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Notre-Dame: segno d'una Chiesa che illumina il mondo

La riapertura di Notre-Dame il 7 Dicembre - Foto Diocesi di Parigi © Julio Piatti / Notre-Dame de Paris La riapertura ci ricorda che siamo gli eredi di un passato più grande di noi L'incendio della basilica di Notre-Dame a Parigi, la notte tra il 15 e il 16 aprile 2019, ha lasciato il mondo con il fiato sospeso. Lo si è visto dall'imponente raccolta per la sua ricostruzione, 900 milioni offerti da 340 mila donatori. Altre cattedrali francesi hanno subito gravi incidenti, ma non hanno suscitato queste emozioni.  C'è però un interrogativo di fondo di fronte a quanto accaduto alla basilica: l'incendio ha simbolizzato per alcuni la crisi "terminale" della Chiesa in Francia e in Europa. Se Notre-Dame bruciava, forse anche la Chiesa stava bruciando vista la riduzione dei fedeli, dei preti e dei religiosi, l'accorpamento delle parrocchie, il calo della pratica religiosa. La Chiesa brucia? Ho lanciato questa domanda in un libro di qualche anno fa...  Sabato e dom...
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Il monito di Mattarella contro la "cultura dello scontro"

Il presidente Mattarella interviene in occasione dell'incontro di fine d'anno con i rappresentanti delle istituzioni il 17 Dicembre - Foto Quirinale Il clima di guerra, l'odio e l'imbarbarimento del linguaggio minacciano la democrazia Il presidente Mattarella ha tenuto, il 17 dicembre scorso, un discorso tanto impegnativo quanto preoccupato ai rappresentanti delle istituzioni. Sono preoccupazioni su cui conviene soffermarsi, perché il periodo attuale, come quadro internazionale e come società italiana, è caratterizzato da una transizione profonda, non chiara nei suoi esiti.  È un tempo segnato dalla guerra e dalla scomparsa - lo abbiamo più volte segnalato anche su queste pagine - della pace come prospettiva globale. Mattarella, da parte sua, ha detto: «Oggi prevale il conflitto. La politica e la diplomazia appaiono sovente accantonate dalla scelta delle armi, operata da chi ha dato avvio alla guerra. Le istituzioni sovranazionali ne risultano indebolite».  Questo si...

In un mondo lacerato dall'odio non cediamo alla rassegnazione: apriamo le porte del cuore alla speranza

Papa Francesco apre la Porta Santa di San Pietro all'inizio del Giubileo della Misericordia, l'8 Dicembre 2015 Dobbiamo credere che non tutto è travolto dal male: apriamo il cuore alla speranza Se si guarda l'orizzonte del mondo, alla fine dell'anno, si resta spaventati. La guerra russo-ucraina non finisce con il suo corteo di immani sofferenze. Gaza continua a essere un luogo di morte, mentre la popolazione palestinese è ostaggio di Hamas e dell'infinita rappresaglia israeliana. Israele, dopo il pogrom di ottobre, si sente minacciato. L`antisemitismo si diffonde. Il mondo passa da una crisi all'altra: in Africa soprattutto. Qui la gente lascia la propria terra per non morire, ma precipita nel baratro di una vita senza sicurezza. In Africa i profughi sono 44 milioni. Un'intera nazione!  Questo è il mondo che ha riabilitato la guerra, consente la violenza, fa del guadagno e del denaro le leggi supreme di attività più o meno lecite. È anche il mondo che ha r...

Una Chiesa sempre più universale in un mondo frammentato

Un gruppo di nuovi cardinali durante il concistoro del 7 dicembre I 21 cardinali creati da Francesco nel Concistoro mostrano grande attenzione a tutti i continenti Il papa ha creato 21 nuovi cardinali e così il collegio cardinalizio raggiunge il plenum di 140 elettori, convocati per il conclave in caso di vacanza della sede apostolica. Oltre a loro ci sono ben 113 cardinali non elettori, ultraottantenni: alcuni nominati dopo aver raggiunto quest'età come riconoscimento onorifico (in questo Concistoro monsignor Acerbi, ex nunzio apostolico), mentre altri hanno raggiunto il limite d'età e perso il diritto di voto. Paolo VI, nel 1970, decretò che i cardinali con più di 80 anni non votassero più al conclave: si sarebbe creato un grosso gruppo di elettori ormai fuori dalla responsabilità pubblica della Chiesa e pensionati.  Tra i 20 nuovi cardinali elettori, 4 sono italiani: l'arcivescovo di Torino Roberto Repole, il vicario per la diocesi di Roma, Baldo Reina; padre Fabio Bag...

L'avanzata sunnita manovrata dalla Turchia di Erdogan

In gioco ci sono altri conflitti, come quello di Ankara contro i curdi. Ma cosa farà Israele? Quando gli aleppini si sono svegliati il 1° dicembre, il potere del Governo centrale si era liquefatto anche nella parte della città sempre accanitamente difesa da siriani e russi negli anni della guerra: mai passata in mano alle milizie radicali (che fino a otto anni fa occupavano la periferia). Per le strade di Aleppo circolano ora i jihadisti filoturchi. Lanciano messaggi rassicuranti. La gente si chiude in casa. Così fanno i pochi cristiani rimasti in quella che era la città con la presenza cristiana più forte della Siria, che arrivava quasi al 20%.  Patrimonio dell'Umanità Unesco, Aleppo ha subito gravi distruzioni, tra cui l'antico minareto, risalente al 1090, che adornava la grande moschea. Resta ancora un sito di inestimabile valore e il suo museo contiene opere di grande significato.  Come sarà gestito questo prezioso patrimonio? Bisogna però capire meglio chi sono gli occ...

Mine antiuomo e testate nucleari: ora più che mai urge la via della pace

Putin vuole dettare le condizioni con i missili balistici, in attesa delle prossime mosse di Trump I missili balistici intercontinentali russi sono l'ultima novità sul fronte ucraino. Il messaggio è chiaro: sono i vettori sui quali è possibile montare le testate nucleari. Prima c'era stato il permesso occidentale agli ucraini di colpire in profondità in territorio russo. Trump, vincitore alle urne, aveva chiesto a Putin di non alzare la posta con un'escalation dell'ultima ora. La telefonata è stata smentita da Mosca, ma le dichiarazioni di vari collaboratori del presidente eletto confermano il contatto. L'uscente Biden si è lamentato che i russi cerchino di mettersi in posizione di vantaggio prima del cambio a Washington.  La notizia peggiore è lo sdoganamento delle mine antipersona da parte degli Stati Uniti, dopo la grande campagna per abolirle, in cui anche Famiglia Cristiana è stata protagonista. E le ultime fasi di un conflitto sono sempre pericolose. Anche q...

Il dovere del pontefice di dare dei vescovi alle diocesi in Cina

Papa Francesco saluta due vescovi cinesi durante il viaggio in Mongolia alla fine della messa - 3 Settembre 2023 - Foto Vatican Media Rinnovato l'accordo fra Santa Sede e il Paese asiatico: prosegue il difficile compito di evangelizzazione C'è una notizia che forse non tocca il grande pubblico, ma è importante:  è stato rinnovato l'accordo provvisorio tra Santa Sede e Cina per altri due anni.  Firmato per la prima volta nel 2018, è poi stato rinnovato nel 2020 e nel 2022. Il testo, segreto per il suo carattere provvisorio, permette la nomina dei vescovi con l'accordo delle parti.  Non si tratta di rapporti diplomatici, ma di questioni religiose. Il Vaticano, seppure a basso livello di rappresentatività, ha una nunziatura a Taiwan. Nel 1951, il nunzio Riberi fu espulso dal regime comunista e finì per stabilirsi a Taiwan, dove risiedeva dal 1950 il Governo del presidente Chiang Kai-shek, sconfitto nella Cina continentale da Mao Zedong. Da allora è cominciata la dolorosa ...