Passa ai contenuti principali

TRA IL PAPA E IL PATRIARCA L'ECUMENISMO DEI FATTI CONTRO LE GUERRE

Andrea Riccardi offre in questo articolo comparso sul Corriere della Sera, del 14/2/2016 una lettura dello storico incontro tra il patriarca Kirill e papa Francesco a Cuba

Francesco e Kirill, l'incontro atteso mille anni dalle due Chiese divise dallo scisma. Un dialogo che nasce anche dall`esigenza di fare fronte comune contro le guerre. 

A Cuba i due pastori hanno firmato un documento storico che pone fine a secoli di conflitti religiosi e chiede pace nel mondo

Il quadro dell'incontro tra Francesco e il patriarca Kirill è stato spoglio, non simbolico come per eventi del genere: solo una sala dell'aeroporto dell'Avana. Tutto si è concentrato sul colloquio (dalla lunghezza inusuale) e sulla firma di un denso documento con trenta capitoletti. LEGGI IL DOCUMENTO
I due primati volevano parlare chiaramente tra loro («da vescovi» - ha detto Bergoglio), consapevoli dell'evento «storico» atteso fin dal Vaticano II. Ne è emersa una scelta comune: un ecumenismo dei fatti e della «solidarietà cristiana» (per usare un'espressione del metropolita Nikodim, maestro di Kirill). Non un'alleanza solo in difesa dei valori né un altro dialogo teologico. Il Papa ha detto: «Si è fatto un programma di possibili attività in comune, perché l`unità si fa camminando». Il mondo globale impone alle Chiese una responsabilità comune: non agire in ordine sparso o in modo competitivo, soprattutto di fronte alle sfide di questa stagione di crisi. Se avesse guardato solo alla situazione interna, forse Kirill avrebbe aspettato ancora a vedere il Papa: resistenze verranno dagli ambienti russi che hanno frenato le conquiste ecumeniche di Nikodim, morto nel 1978. Hanno pesato dopo l'89 anche lo spaesamento nelle macerie dell'Urss, l'emergere dei greco-cattolici in Ucraina (dopo tanta persecuzione), il timore della missione cattolica in Russia, le spinte globali in una società non più isolata. Ma ora Kirill è più forte. Metà dell'episcopato è stato nominato da lui.
La Chiesa russa è multinazionale. Sulla questione ucraina, il patriarca non è schiacciato su Putin. Vuole essere un leader spirituale globale. Per questo l'incontro è avvenuto, senza imbarazzi, a Cuba. Anzi, con questo gesto, il patriarca ha superato in modo spirituale l'embargo alla Russia. Le crisi sono presenti nel documento dell'Avana. Il testo contiene una visione del mondo condivisa (rara nei testi ecumenici). Al primo posto il Medio Oriente con la guerra e il terrorismo. Soprattutto la fine dei cristiani d'Oriente: un'amputazione delle radici e un dramma umano per le Chiese. Si ricordano i metropoliti d'Aleppo, Yazigi e Mar Gregorios, rapiti nel 2013. Nell'appello alla comunità internazionale per il Medio Oriente, è forte la volontà delle due Chiese di non lasciare niente d'intentato e di agire insieme. Del resto, Francesco non ha mai accettato l'esclusione russa dalla ricerca di soluzioni per la pace in Medio Oriente. Per il Vaticano, il mondo russo è un soggetto con cui la comunità internazionale deve fare i conti. Nel documento dell`Avana c`è un superamento del mito di società omogenee e chiuse o del modello etnoreligioso dell`Est europeo (che identifica nazione e religione). Per vivere in un mondo plurale, «il dialogo interreligioso è indispensabile». Non va dimenticato l'appoggio russo, fin dall'inizio nel 1986, allo sviluppo dello «spirito di Assisi», in cui s`intrecciano ricerca della pace, dialogo interreligioso ed ecumenico. Bisogna poi superare i conflitti tra i cristiani. In Ucraina, i rapporti tra ortodossi e greco-cattolici sono difficili. Il documento dell'Avana afferma la piena libertà religiosa dei greco-cattolici, ma ribadisce che l'unità dei cristiani non passa attraverso il «ritorno a Roma» dei non cattolici. È una svolta, dopo secoli conflittuali:
«Non siamo concorrenti, ma fratelli, e da questo concetto devono essere guidate tutte le nostre azioni reciproche e verso il mondo esterno». Le posizioni sull'Ucraina sono impegnative: specie l'esortazione ai fedeli di non partecipare allo scontro e di non sostenere lo sviluppo della guerra. Come sarà recepita da greco-cattolici e ortodossi? A Mosca è piaciuta molto l`affermazione di Francesco, per cui in Ucraina c`è una «guerra fratricida». Francesco e Kirill hanno trattato dei conflitti e della «crisi di civiltà», consapevoli dell'esistenza di grandi risorse religiose, esemplificate nella vitalità del cristianesimo latinoamericano e russo. E l'Europa? Qui sono più cauti: avvertono la necessità d'una comune difesa delle «radici cristiane», della famiglia e dei valori della vita. L'Europa, terra di antichi scontri e di secolarizzazione, non ha un ruolo così centrale, come pensavano Wojtyla e Ratzinger. Ma il Cristianesimo russo è esterno all`Europa? Certo la visione del Papa e del Patriarca non è centrata sull'Europa e risente della multipolarità del mondo globale. C'è chi ha trovato troppo politico il documento dell'Avana. Così non è. Nel testo si sente il dolore per mille anni di divisione tra cristiani e per i problemi aperti. E forte anche la convinzione che i martiri di qualunque confessione esprimano già lunità dei cristiani. La prospettiva resta quindi l'`unità: i cristiani «siano riuniti, al tempo stabilito, in un solo popolo...». Intanto, però, il Papa e il Patriarca impegnano le loro Chiese a lavorare su pace, testimonianza comune, solidarietà e giustizia. L'unità si fa - hanno ribadito - camminando e lavorando insieme.

APPROFONDIMENTI

Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Solo il cardinale Matteo Zuppi sta cercando davvero la pace

Il cardinale Matteo Zuppi ricevuto dal metropolita Antonij, presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca  La Santa Sede non rompe mai le relazioni, specie in tempo di crisi, e si sforza di "umanizzare la guerra" La situazione in Ucraina, con una guerra quasi al terzo anno e l'inverno alle porte, si annuncia difficile. La resistenza ucraina, appoggiata dagli occidentali, non può bloccare il processo di decomposizione della società, anche a seguito di gravi distruzioni causate dai bombardamenti russi, con l'esodo all'estero di 7 milioni di ucraini. Il popolo sta pagando un prezzo enorme e non si vede la fine.  Intanto, in Russia, a Kazan, si sono riuniti, presieduti da Putin, i Brics cui partecipano Brasile, Cina, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, India, Iran e altri. Nonostante non ci sia unanimità, la riunione a Kazan mostra che la Russia di Putin non è isolata. I governi occidentali - scrive Salvatore Settis s

I corridoi lavorativi: modello di accoglienza e buon senso

Sono un modo sicuro per integrare i rifugiati e avere la manodopera di cui abbiamo bisogno La sorpresa è venuta dalla società italiana: a fronte dei 151.000 posti messi in palio dal decreto flussi (non stagionali), le domande degli italiani sono state oltre 690.000. Una massa di richieste a dimostrazione dell'enorme bisogno di manodopera in quasi tutti i settori. La decrescita demografica rende urgente cercare manodopera all'estero.  La paura e l'allarmismo hanno paralizzato la politica che non ha trovato una soluzione ragionevole. I Governi della Ue sono immobilizzati dallo spirito del tempo: paura dei migranti e idea che ognuno debba fare da sé.  Ma i dati parlano chiaro: l'economia europea ha bisogno di manodopera, ma soprattutto l'inverno demografico rende sempre più urgente un rimedio. In Italia c'è forte inquietudine: secondo i dati dell'Istituto Cattaneo, dovremo andare a cercare gli immigrati, pena il crollo dell'economia perché per cinque pens

La guerra non è inevitabile e il mondo non si deve rassegnare

Papa Francesco entrando all'Arena di Verona saluta Andrea Riccardi  È la costante profezia del Papa: per realizzarla, bisogna investire tutti su diplomazia e dialogo Papa Francesco ha presieduto, sabato 18 maggio, all'Arena di Verona, l'incontro Giustizia e pace si baceranno . L'"Arena di Pace", nata nel 1986, ha avuto sei edizioni. Due nel 1991, il periodo della prima guerra del Golfo, che segnò la massima mobilitazione per la pace. Dal 2003 questo evento non si teneva più.  Negli ultimi due decenni il movimento della pace ha coinvolto meno persone. Resta ancora in Italia un tessuto importante di realtà associative, ma complessivamente il tema della pace è uscito dal dibattito pubblico. Sembra un paradosso, si parla meno di pace proprio quando l'Europa si trova di fronte a un grave conflitto che, a partire dall'aggressione russa, sta dilaniando l'Ucraina. Si aggiunge la drammatica situazione in Terra Santa: l`aggressione terroristica d'Israe