CINQUE ANNI DI GUERRA: ALEPPO SENZA TREGUA, QUASI DUE MILIONI DI PERSONE RESTA SENZA AIUTI UMANITARI
Dall'incontro dei rappresentanti delle religioni nel mondo scaturisce un grande movimento per la pace
Aleppo è ancora bombardata. L'altro giorno ci sono stati novanta morti, tra cui molti bambini. Quasi due milioni di persone sono senza i necessari aiuti umanitari che si sperava raggiungessero la città con la tregua. L'assedio prosegue spietato. L'accordo tra Russia e Stati Uniti si rivela inefficace. Non controllano le forze in campo? Non importa salvare Aleppo? Pensavo ad Aleppo, il 20 settembre scorso, sul colle di Assisi, mentre i leader delle religioni proclamavano l'appello contro la guerra e accendevano le luci di pace: «Ci siamo posti in ascolto della voce dei poveri, dei bambini, delle giovani generazioni, delle donne e di tanti fratelli e sorelle che soffrono per la guerra; con loro diciamo con forza: No alla guerra! Non resti inascoltato il grido di dolore di tanti innocenti». Così recita quel testo. Il dolore di Aleppo non è stato dimenticato in una cerimonia di gioia e tristezza: la gioia di credenti che proclamavano insieme - nonostante la differenza di religione - un messaggio di pace; ma anche la tristezza di tanti conflitti aperti (e una donna di Aleppo ha testimoniato il dramma della città).
Papa Francesco, seduto semplicemente sul palco tra i religiosi durante la cerimonia, ha parlato della "debolezza" delle religioni, ma della "forza" della preghiera e della fede: «Noi non abbiamo armi. Crediamo però nella forza mite e umile della preghiera. In questa giornata, la sete di pace si è fatta invocazione a Dio, perché cessino guerre, terrorismo e violenze».
Sono passati trent'anni dal primo incontro di Assisi, voluto da Giovanni Paolo Il nel 1986. Il cammino è proseguito, anno dopo anno, in tante città del mondo. Ha acceso speranze. Ha aperto processi che hanno posto fine alla guerra. Ha spezzato il blasfemo binomio guerra-religione. Purtroppo, nelle società civili degli ultimi dieci anni, il movimento per la pace (come quello del 2003 contro la guerra in Iraq) si è smorzato. Ci si è rassegnati all'uso delle armi e della violenza? Così è avvenuto nella guerra siriana.
Ad Assisi Francesco ha parlato della «grande malattia del nostro tempo: l'indifferenza, un virus che paralizza, rende inerti e insensibili, un morbo che intacca il centro stesso della religiosità, ingenerando un nuovo tristissimo paganesimo: il paganesimo dell`indifferenza».
Francesco ha gridato la convinzione di tanti uomini e donne di religione: «Solo la pace è santa, non la guerra!». Da Assisi scaturisce un movimento per la convivenza nel mondo: «Il nostro futuro è vivere insieme», ha detto il Papa. E ha auspicato che i credenti di religioni diverse «si riuniscano e creino concordia, specie dove ci sono conflitti». Possa la pace di Assisi sconvolgere i disegni di guerra in Siria! Se gli uomini hanno un cuore duro, Dio ascolta le invocazioni e può darci presto il gran dono della pace.
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