Si
compie oggi l’80° anniversario della strage di Debre Libanos, compiuta
dalle truppe italiane agli ordini del generale Maletti, sotto la guida
del maresciallo Graziani e di Mussolini. Un vergognoso assassinio di
oltre 2000 tra monaci, diaconi, giovani e pellegrini. La strage fu
accompagnata anche dall’incendio del monastero e dalla razzia di oggetti
preziosi e testi antichi.
In occasione di questo 80° anniversario un docufilm di TV2000 ha sensibilizzato l’opinione pubblica e io stesso sono intervenuto sul tema nelle pagine del Corriere e di Avvenire. Anche il giornalista Gian Antonio Stella ha lanciato un appello a non dimenticare.
Sono convinto che sia necessaria l’individuazione e la restituzione dei beni trafugati e portati in Italia. Le istituzioni dello Stato e le forze armate hanno la responsabilità di rendere omaggio ai caduti e di condannare l’accaduto, gravissimo episodio, espressivo dei metodi con cui fu condotta la repressione in Etiopia da parte degli italiani.
Un gesto sarebbe auspicabile da parte della Chiesa cattolica italiana che benedì l’impresa come “apertura dell’Etiopia alla fede cattolica e alla civiltà romana” propagando una cultura del disprezzo verso quello che definì un clero “ignorante e corrotto”. Finora purtroppo sembra che le istituzioni del nostro paese preferiscano non ricordare.
In occasione di questo 80° anniversario un docufilm di TV2000 ha sensibilizzato l’opinione pubblica e io stesso sono intervenuto sul tema nelle pagine del Corriere e di Avvenire. Anche il giornalista Gian Antonio Stella ha lanciato un appello a non dimenticare.
Sono convinto che sia necessaria l’individuazione e la restituzione dei beni trafugati e portati in Italia. Le istituzioni dello Stato e le forze armate hanno la responsabilità di rendere omaggio ai caduti e di condannare l’accaduto, gravissimo episodio, espressivo dei metodi con cui fu condotta la repressione in Etiopia da parte degli italiani.
Un gesto sarebbe auspicabile da parte della Chiesa cattolica italiana che benedì l’impresa come “apertura dell’Etiopia alla fede cattolica e alla civiltà romana” propagando una cultura del disprezzo verso quello che definì un clero “ignorante e corrotto”. Finora purtroppo sembra che le istituzioni del nostro paese preferiscano non ricordare.
Andrea Riccardi
Roma, 21 maggio 2017
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