La manifestazione del 15 ottobre 2024 in ricordo della deportazione degli ebrei di Roma - Foto Sant'Egidio Il significato della manifestazione in ricordo del rastrellamento nazista a Roma del 1943 Sono trent'anni che il 16 ottobre si svolge a Roma una manifestazione promossa dalla Comunità ebraica e dalla Comunità di Sant'Egidio. Un lungo corteo si muove da Trastevere e giunge al Portico d`Ottavia, nell'antico quartiere ebraico, dove nel 1943, proprio in quel giorno, partì il più grosso contingente di ebrei di Roma, arrestati dai tedeschi perché ebrei. Era sabato, un sabato nero, in cui più di mille ebrei romani furono sorpresi dai nazisti nelle loro case, all'alba, poi concentrati al Collegio militare per essere trasferiti alla Stazione Tiburtina. Tra loro c'erano 207 bambine e bambini. La destinazione era Auschwitz. Alla fine della guerra ne sono tornati solo sedici, fra cui una sola donna. La Comunità ebraica di Roma, già isolata dalle leggi razziste del
Il ricordo del 16 ottobre 1943 si colloca in un tempo in cui la logica della guerra si è allargata. Ma la liberazione dalla paura è un augurio, una preghiera, una speranza per tutti
Andrea Riccardi alla commemorazione della deportazione degli ebrei di Roma, avvenuta il 16 ottobre 1943 Riportiamo il testo del discorso pronunciato da Andrea Riccardi il 15 ottobre 2024, al Portico d'Ottavia, nella commemorazione della deportazione degli ebrei di Roma, avvenuta il 16 ottobre 1943 Cari amici, il ricordo del 16 ottobre 1943 non cambia, ma si colloca nel tempo. Tempo di guerre che si allargano pericolosamente. Lo scorso anno eravamo sconvolti dell’attacco terroristico di Hamas a Israele il 7 ottobre, angosciati per i rapiti. E chiediamo il rilascio degli ostaggi sopravvissuti nella sofferenza, imprigionati a Gaza. Perché un anno di dolore per loro e i loro cari, che abbiamo conosciuto? Con una logica implacabile la guerra si è allargata. Ebrei, ora qualche cristiano, musulmani sono morti. Dove una vita umana, specie di bambini, specie in maniera crudele, è colpita, si spegne un po’ della nostra speranza e umanità. Penso pure all’Ucraina, cui siamo legati, e all’inver