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Giovani africani: un popolo senza guida in cerca di futuro

Giovani donne mozambicane - Foto di Tino Veneziano Entro la fine del secolo gli under 25 saranno quasi un miliardo. E noi europei dovremo farci i conti I giovani africani saranno presto il più grande problema geopolitico globale. Con un'età media di circa 19 anni, la popolazione di quel continente è la più giovane del mondo. Un dato significativo se confrontato con i 31 anni dell`America Latina, i 32 dell`Asia, i 33,4 dell'Oceania, i 38,6 del Nord America e i 42,5 dell`Europa, il continente più anziano. Oggi circa il 60% degli africani ha meno di 25 anni e più di un terzo è tra i 15 e i 24 anni.  I demografi calcolano che, entro il 2100, i giovani africani sotto i 25 anni saranno tra gli 800 milioni e il miliardo, il doppio degli europei. Quasi la metà dei giovani del mondo saranno africani. Ma le classi dirigenti africane non hanno risposte in termini di lavoro e occupazione.  In Africa molti Paesi attraversano un periodo di rapida urbanizzazione senza sviluppo: si modernizz...
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Il Giubileo dei giovani, un evento su cui riflettere. A Tor Vergata i giovani hanno "incoronato" il loro Papa

  In cerca di risposte, hanno trovato in Leone XIV la guida con cui camminare verso il futuro Siamo in una stagione in cui tanti si raccolgono nei grandi eventi della Chiesa dopo Pasqua. Senza timore di essere massa, forse perché si sentono popolo. Il funerale di papa Francesco ha riunito in piazza San Pietro e per le vie di Roma fedeli, delegazioni ufficiali, gente di ogni provenienza. La continua fila alla sua tomba a Santa Maria Maggiore è segno di fedeltà alla memoria di un uomo che ha lasciato un'impronta. Non è un episodio chiuso. C'è stata grande attesa per il successore. Non quella di chi sperava in un papa che invertisse la tendenza di Bergoglio o, al contrario, in un suo clone. Non un'attesa ecclesiastica, di quel chiacchiericcio che deborda dai palazzi romani o dagli istituti ecclesiastici ai giornali e viceversa.  C'è stata un'attesa di popolo, espressione del bisogno del Papa: un testimone del Vangelo e un uomo di pace, senza alcun interesse se non que...

Gaza, Ucraina,... Viviamo nel timore che le guerre degli altri diventino le nostre

Una folla di persone provenienti da Jabalia, nel nord della striscia di Gaza, si reca a ritirare gli aiuti umanitari il 29 Luglio - Foto di Omar Ashtawy da Instagram Alla cultura del dialogo si è sostituita quella della forza, e i conflitti si estendono invece di contrarsi La situazione umanitaria di Gaza interpella le coscienze. Che fare per i palestinesi intrappolati fra le bombe e i missili e sotto il controllo ferreo di Hamas? Si moltiplicano annunci di tregue, poi rifiutati o smentiti. Grande è l'angoscia della popolazione, che soffre la fame e un dramma umanitario. Del resto, anche in Ucraina, nonostante il tavolo negoziale di Istanbul non sia chiuso, non si avanza. Il presidente Trump, partito da un grande ottimismo, forte del rapporto con Putin, si mostra pessimista sulla situazione. Che può fare la politica internazionale?  Siamo in una stagione in cui la diplomazia è in crisi. La nostra è l'età della forza. La diplomazia, tanto antica, che si è sviluppata nel Rinasc...

L'avvenire dell'Africa può cominciare dalla Costa d'Avorio

Una veduta di Abidjan di Gennaio 2025 - Foto Creative Commons Decisivo consolidare la democrazia del Paese. Le prossime elezioni saranno un banco di prova L'Africa non è tutta "nera" - così titolava anni fa Limes , l'autorevole rivista geopolitica. È un invito a leggere con attenzione le diversità e gli squilibri di un continente forse più complesso del nostro.  Sono ritornato di recente in Costa d'Avorio, Paese che conosco dagli anni Novanta. La capitale economica (in pratica pure politica), Abidjan, non era allora la megalopoli odierna con oltre sette milioni di abitanti, ma una città tranquilla, verde, niente di simile alla realtà caotica, vivace e trafficata di oggi. Nel 1960, all'indipendenza, contava 200 mila abitanti. Ora le grandi costruzioni, i grattacieli, le torri, le tante opportunità offerte in differenti campi, ne fanno una megacittà avveniristica, ben collocata nel mondo globale.  Abidjan è una città ricca, molto ricca, differente da tante c...

La guerra non risolve mai i problemi. Il grido dei pontefici, ieri e oggi

  Copyright: @Vatican Media I conflitti vanno fermati prima che diventino tragedie irreparabili. Ogni comunità sia casa di pace Karol Wojtyla, negli anni grigi della Guerra fredda, scriveva in una poesia: «Io credo che l'uomo soffra soprattutto per mancanza di visione». Non vedeva il futuro. In un quadro differente, è la situazione di oggi. Mentre le guerre continuano, siamo sballottati tra altalenanti notizie di scontri, bombardamenti e, d'altra parte, di possibili incontri. Non c'è una visione globale tra tante rivendicazioni di parte e accuse a vicenda.  Nell'Angelus del 22 giugno scorso, Leone XIV ha affermato una priorità: «Oggi più che mai l'umanità grida e invoca la pace. È un grido che chiede responsabilità e ragione e non dev'essere soffocato dal fragore delle armi e da parole retoriche che incitano al conflitto. Ogni membro della comunità internazionale ha una responsabilità morale: fermare la tragedia della guerra, prima che essa diventi una voragine...

L'inverno della ragione si abbatte sul mondo in fiamme. Dalla Palestina all'Ucraina, l'Onu è umiliata e l'umanità affonda nella guerra globale

Il Segretario Generale dell'Onu, António Guterres, parla all'Assemblea Generale il 2 Giugno - UN Photo/Manuel Elias È l'inverno della ragione. Papa Francesco parlava di "guerra mondiale a pezzi", ma oggi i "pezzi" si uniscono - così pare - tra loro nello scenario di un grande conflitto. Specie in Medio Oriente dove i bombardamenti israeliani e americani sull'Iran hanno allargato la guerra. Ne soffrono gli iraniani e il regime s'indurisce (anche contro i profughi afghani). Trump afferma di rinviare la decisione se bombardare o no, ma poi - a sorpresa - colpisce i siti iraniani. Un rapporto dell'Aiea, l'Agenzia per l'energia atomica, aveva dichiarato che l'Iran era prossimo all'obiettivo della fabbricazione dell'atomica. Tre giorni dopo, il suo direttore generale ha ridotto l'allarme. C'è differenza!  Certo gli iraniani sono inaffidabili. Israeliani, arabi, europei e americani sono assolutamente contrari a che Teher...

Lavoro e cittadinanza: questioni che vanno comunque affrontate. I referendum non hanno raggiunto il quorum, ma i temi restano d'estrema attualità per il Paese

Immagine da Liberetà L'Italia è il Paese europeo dove si sono svolti più referendum, a parte la Svizzera che li usa come metodo di governo: dal 1950 ci sono state 77 consultazioni; solo 10 in Francia, 5 in Spagna, 3 in Germania. Dalla fine degli anni `90, il quorum non è stato più raggiunto salvo che nel 2011 per i referendum sull'acqua e il nucleare.  I cinque referendum scorsi sono stati un rito frustrante: nessuno ha ottenuto il quorum. Lo strumento referendario risente della disaffezione degli elettori al voto. Anche alle elezioni politiche vota circa la metà degli aventi diritto (talvolta meno) e per i referendum la scarsa affluenza diventa esiziale per il quorum. Molti analisti propongono un quorum al 40% o al 30-35%, aumentando le firme per indirlo da mezzo milione ad almeno un milione.  L'attuale presidente della Corte costituzionale, Giovanni Amoroso, sostiene che si tratta di un istituto «espressione di democrazia diretta», ricordando che «è per effetto di un r...