Riccardi: l`annuncio massima sfida per la Chiesa di oggi
Siamo in un periodo in cui, a differenza di altri momenti, non si amano tanto i documenti. Papa Francesco, presentando l`Evangelii gaudium, ne è consapevole e scrive: «Non ignoro che oggi i documenti non destano lo stesso interesse che in altre epoche, e sono rapidamente dimenticati. Ciononostante, sottolineo che ciò che intendo qui esprimere ha un significato programmatico e dalle conseguenze importanti».
Infatti questa Esortazione apostolica é davvero un "programma" del pontificato che vuole avere "conseguenze importanti" nella Chiesa. Francesco afferma con molta forza: «Questo non è l`opinione di un Papa né un`opzione pastorale tra altre possibili; sono indicazioni della Parola di Dio...». Il Papa sta parlando della missione e dell`essere popolo. Ma che c`è di nuovo? Sono decenni che parliamo di evangelizzazione o di missione. Ci sono piani pastorali, realizzazioni, rilevazioni problematiche e tant` altro. Dov`è la novità? La novità di Francesco è proprio il fatto che parole antiche e evangeliche, come fede, misericordia, perdono, speranza, missione..., sono tornate attuali e attrattive. La gente ascolta volentieri il Papa, ma questo per lui - non è che un inizio. È un popolo che deve coinvolgersi nella missione, che lui sta vivendo. Papa Francesco non propone un`opera in più, ma la visione di questo momento storico. Parte da una lettura del nostro tempo co- me stagione dolorosa: «il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice ed opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualistica che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata. Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l`entusiasmo di fare il bene».
Bisogna cambiare questo mondo, risvegliare e ritrovare l`umanità. È il compito della missione del Vangelo, che deve diventare «il vero dinamismo della realizzazione personale» per i cristiani, cioè il dono della vita agli altri. In linea con Paolo VI e Giovanni Paolo II, Francesco propone di nuovo oggi la missione come «massima sfida per la Chiesa». Si potrebbe lodare questo testo (come esigono l`uso e il rispetto), ma anche concludere: "già facciamo quanto viene richiesto dal Papa". Certo - si aggiungerà - "lo si potrebbe far meglio, ma siamo gente limitata e le nostre comunità sono fragili". In fondo la vita delle Chiese locali è già programmata e piena d`impegni. In questo modo si elimina la novità del messaggio del Papa e il suo invito a superarsi e rivedersi. Francesco sembra cogliere questa resistenza profonda, da gran conoscitore della vita della Chiesa: bisogna abbandonare - dice - il "si è sempre fatto così".
Non é un`esortazione generica, ma di una via indicata con autorevolezza: «Spero che tutte le comunità facciano in modo di porre in atto i mezzi necessari per avanzare nel cammino di una conversione pastorale e missionaria, che non può lasciare le cose come stanno.
Ora non ci serve una "semplice amministrazione"». La novità sta proprio nell`invito a scrivere, a partire da questo tempo, una nuova storia missionaria della Chiesa. Non è cosa da poco. Insomma un unico grande orientamento per quel corpo complesso che è il cattolicesimo in tutta la sua molteplice stratificazione. Il pensiero del papa è chiaro: le cose non possono restare così. Non è negare il bene che c`è e si fa, ma è manifestare fiducia nelle risorse spirituali e umane dei cristiani che sapranno superarsi in un nuovo entusiasmo evangelico. L'Evangelii gaudium non è un programma, ma un testo ricco e articolato da meditare e su cui misurarsi: dalle sue pagine trasuda sapienza umana e pastorale. Insomma una prospettiva con cui rivedere la vita della Chiesa: «l`azione missionaria è il paradigma di ogni opera della Chiesa» - afferma il Papa -. Non è un`indicazione da poco per una riforma ecclesiale. Ma è realistica una revisione profonda che parte dal cristiano e coinvolge le comunità e le istituzioni?
Papa Francesco è convinto che sia una necessità e una grazia. In questo tempo rassegnato, propone un sogno affascinante: «Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l`evangelizzazione del mondo attuale, più che per l` autopreservazione». Sono parole che comunicano visione e speranza per il futuro.
da Avvenire 15 dicrembre 2013
Siamo in un periodo in cui, a differenza di altri momenti, non si amano tanto i documenti. Papa Francesco, presentando l`Evangelii gaudium, ne è consapevole e scrive: «Non ignoro che oggi i documenti non destano lo stesso interesse che in altre epoche, e sono rapidamente dimenticati. Ciononostante, sottolineo che ciò che intendo qui esprimere ha un significato programmatico e dalle conseguenze importanti».
Infatti questa Esortazione apostolica é davvero un "programma" del pontificato che vuole avere "conseguenze importanti" nella Chiesa. Francesco afferma con molta forza: «Questo non è l`opinione di un Papa né un`opzione pastorale tra altre possibili; sono indicazioni della Parola di Dio...». Il Papa sta parlando della missione e dell`essere popolo. Ma che c`è di nuovo? Sono decenni che parliamo di evangelizzazione o di missione. Ci sono piani pastorali, realizzazioni, rilevazioni problematiche e tant` altro. Dov`è la novità? La novità di Francesco è proprio il fatto che parole antiche e evangeliche, come fede, misericordia, perdono, speranza, missione..., sono tornate attuali e attrattive. La gente ascolta volentieri il Papa, ma questo per lui - non è che un inizio. È un popolo che deve coinvolgersi nella missione, che lui sta vivendo. Papa Francesco non propone un`opera in più, ma la visione di questo momento storico. Parte da una lettura del nostro tempo co- me stagione dolorosa: «il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice ed opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualistica che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata. Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l`entusiasmo di fare il bene».
Bisogna cambiare questo mondo, risvegliare e ritrovare l`umanità. È il compito della missione del Vangelo, che deve diventare «il vero dinamismo della realizzazione personale» per i cristiani, cioè il dono della vita agli altri. In linea con Paolo VI e Giovanni Paolo II, Francesco propone di nuovo oggi la missione come «massima sfida per la Chiesa». Si potrebbe lodare questo testo (come esigono l`uso e il rispetto), ma anche concludere: "già facciamo quanto viene richiesto dal Papa". Certo - si aggiungerà - "lo si potrebbe far meglio, ma siamo gente limitata e le nostre comunità sono fragili". In fondo la vita delle Chiese locali è già programmata e piena d`impegni. In questo modo si elimina la novità del messaggio del Papa e il suo invito a superarsi e rivedersi. Francesco sembra cogliere questa resistenza profonda, da gran conoscitore della vita della Chiesa: bisogna abbandonare - dice - il "si è sempre fatto così".
Non é un`esortazione generica, ma di una via indicata con autorevolezza: «Spero che tutte le comunità facciano in modo di porre in atto i mezzi necessari per avanzare nel cammino di una conversione pastorale e missionaria, che non può lasciare le cose come stanno.
Ora non ci serve una "semplice amministrazione"». La novità sta proprio nell`invito a scrivere, a partire da questo tempo, una nuova storia missionaria della Chiesa. Non è cosa da poco. Insomma un unico grande orientamento per quel corpo complesso che è il cattolicesimo in tutta la sua molteplice stratificazione. Il pensiero del papa è chiaro: le cose non possono restare così. Non è negare il bene che c`è e si fa, ma è manifestare fiducia nelle risorse spirituali e umane dei cristiani che sapranno superarsi in un nuovo entusiasmo evangelico. L'Evangelii gaudium non è un programma, ma un testo ricco e articolato da meditare e su cui misurarsi: dalle sue pagine trasuda sapienza umana e pastorale. Insomma una prospettiva con cui rivedere la vita della Chiesa: «l`azione missionaria è il paradigma di ogni opera della Chiesa» - afferma il Papa -. Non è un`indicazione da poco per una riforma ecclesiale. Ma è realistica una revisione profonda che parte dal cristiano e coinvolge le comunità e le istituzioni?
Papa Francesco è convinto che sia una necessità e una grazia. In questo tempo rassegnato, propone un sogno affascinante: «Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l`evangelizzazione del mondo attuale, più che per l` autopreservazione». Sono parole che comunicano visione e speranza per il futuro.
da Avvenire 15 dicrembre 2013
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