Passa ai contenuti principali

Dialogo tra cristiani, fattore di pace: "Chiese sorelle, popoli fratelli"

L'unità tra i cristiani e la pace sono intimamente legati. E' quanto afferma Andrea Riccardi nell'editoriale per "Famiglia Cristiana" del 1 febbraio 2015.  
Un testo che colloca la questione ecumenica di fronte alla storia, ai conflitti e alle divisioni che si sono andate sviluppando nel nostro tempo. E' nei varchi delle divisioni tra i cristiani, secondo Riccardi, che si insinua il grande male della guerra.

I morti in Ucraina sono figli delle divisioni tra le confessioni.

Si è conclusa la Settimana di preghiera per l`unità dei cristiani. I cristiani di diverse confessioni hanno pregato insieme, perché finisca la divisione. In mezzo secolo molto è cambiato tra cristiani che prima si ignoravano o si combattevano. Sembra che molto altro non si possa fare. Il dialogo teologico tra le Chiese procede, seppure lentamente. Ma non è questione ecclesiastica, tocca in profondità la vita dei popoli. Proprio mentre si celebrava la Settimana dell`unità dei cristiani, è ripreso il conflitto in Ucraina orientale tra l`esercito di Kiev e le milizie delle regioni filorusse. A Mariupol, città di mezzo milione di abitanti nella regione ucraina del Donetsk, si sono riaccesi i combattimenti con colpi d`artiglieria su un mercato: morti, anziani e minorenni uccisi, tra cui un bambino di cinque anni. Questo è un conflitto tra popoli che si dicono cristiani. Manifesta l`impotenza dei credenti di fronte alla guerra. Non è uno scandalo nel senso evangelico della parola? I cristiani si combattono: gli ucraini di Kiev e gli ucraini filorussi, secondati dalla Russia. Ma questi popoli - secondo la tradizione - nascono dallo stesso battesimo. Sono divenuti cristiani con il battesimo della Rus` nel 988. Alla fine del primo millennio, dopo la conversione, il principe Vladimir fece battezzare la gente di Kiev sul fiume Dnepr. Così cominciò il cristianesimo russo-ucraino, innestandosi sulla tradizione orientale di Costantinopoli (che chiamiamo ortodossa). Nella Russia e nell`Ucraina di oggi, il Patriarcato ortodosso di Mosca è la Chiesa maggioritaria. Ci sono altre Chiese ortodosse ucraine. Infine, ci sono i cattolici ucraini che si sono uniti a Roma, conservando però lo stesso rito e la stessa tradizione. Ci sono differenze. Ma tutti sono cristiani, figli di una stessa tradizione, e pregano con la stessa liturgia. Eppure le Chiese non riescono a indicare una via di pace al di là delle prospettive nazionali e nazionaliste. Aveva ragione papa Francesco quando, domenica scorsa, alludendo alla divisione tra i cristiani ha detto: «Il diavolo è il padre delle divisioni». La divisione dei cristiani fa il gioco del "diavolo`; signore della guerra. Diceva Atenagora, patriarca di Costantinopoli: «Chiese sorelle, popoli fratelli». L`unità dei cristiani e la pace sono intimamente legate. E, nei varchi delle divisioni tra cristiani, si insinua il grande male della guerra.

Commenti

Post popolari in questo blog

Solo il cardinale Matteo Zuppi sta cercando davvero la pace

Il cardinale Matteo Zuppi ricevuto dal metropolita Antonij, presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca  La Santa Sede non rompe mai le relazioni, specie in tempo di crisi, e si sforza di "umanizzare la guerra" La situazione in Ucraina, con una guerra quasi al terzo anno e l'inverno alle porte, si annuncia difficile. La resistenza ucraina, appoggiata dagli occidentali, non può bloccare il processo di decomposizione della società, anche a seguito di gravi distruzioni causate dai bombardamenti russi, con l'esodo all'estero di 7 milioni di ucraini. Il popolo sta pagando un prezzo enorme e non si vede la fine.  Intanto, in Russia, a Kazan, si sono riuniti, presieduti da Putin, i Brics cui partecipano Brasile, Cina, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, India, Iran e altri. Nonostante non ci sia unanimità, la riunione a Kazan mostra che la Russia di Putin non è isolata. I governi occidentali - scrive Salvatore Settis s...

I corridoi lavorativi: modello di accoglienza e buon senso

Sono un modo sicuro per integrare i rifugiati e avere la manodopera di cui abbiamo bisogno La sorpresa è venuta dalla società italiana: a fronte dei 151.000 posti messi in palio dal decreto flussi (non stagionali), le domande degli italiani sono state oltre 690.000. Una massa di richieste a dimostrazione dell'enorme bisogno di manodopera in quasi tutti i settori. La decrescita demografica rende urgente cercare manodopera all'estero.  La paura e l'allarmismo hanno paralizzato la politica che non ha trovato una soluzione ragionevole. I Governi della Ue sono immobilizzati dallo spirito del tempo: paura dei migranti e idea che ognuno debba fare da sé.  Ma i dati parlano chiaro: l'economia europea ha bisogno di manodopera, ma soprattutto l'inverno demografico rende sempre più urgente un rimedio. In Italia c'è forte inquietudine: secondo i dati dell'Istituto Cattaneo, dovremo andare a cercare gli immigrati, pena il crollo dell'economia perché per cinque pens...

La guerra non è inevitabile e il mondo non si deve rassegnare

Papa Francesco entrando all'Arena di Verona saluta Andrea Riccardi  È la costante profezia del Papa: per realizzarla, bisogna investire tutti su diplomazia e dialogo Papa Francesco ha presieduto, sabato 18 maggio, all'Arena di Verona, l'incontro Giustizia e pace si baceranno . L'"Arena di Pace", nata nel 1986, ha avuto sei edizioni. Due nel 1991, il periodo della prima guerra del Golfo, che segnò la massima mobilitazione per la pace. Dal 2003 questo evento non si teneva più.  Negli ultimi due decenni il movimento della pace ha coinvolto meno persone. Resta ancora in Italia un tessuto importante di realtà associative, ma complessivamente il tema della pace è uscito dal dibattito pubblico. Sembra un paradosso, si parla meno di pace proprio quando l'Europa si trova di fronte a un grave conflitto che, a partire dall'aggressione russa, sta dilaniando l'Ucraina. Si aggiunge la drammatica situazione in Terra Santa: l`aggressione terroristica d'Israe...