Passa ai contenuti principali

Il libro - Uno sguardo su Cuba, l'inizio del dialogo

Andrea Riccardi firma la prefazione di un testo che aiuta a capire le premesse di un dialogo che ha cambiato la storia. 

Gennaio 1998: Giovanni Paolo II va a Cuba e incontra Fidel Castro. E' l'inizio di un itinerario, il cui compimento è la visita di Francesco a L'Avana nel settembre 2015, dopo l'annuncio della fine dell'embargo statunitense, grazie anche alla discreta mediazione tra i due governi compiuta dal papa. Nel 1998 l'allora arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, pubblica questo libro dopo una approfondita riflessione sul viaggio di Wojtyla a Cuba. E' uno sguardo su Cuba alle radici della svolta di oggi.

"E' un libro illuminante sulla visione di Bergoglio, che anticipa molte posizioni prese da lui come papa, non solo su Cuba, ma sull'America Latina e sull'economia mondiale. E' davvero molto singolare che un vescovo come lui, dopo la visita di Karol Wojtyla a Cuba nel 1998, abbia fatto una riunione di ricerca e approfondimento sull'evento e ne abbia poi pubblicato i risultati. Papa Francesco, da latinoamericano, ha realizzato quello che tanti avevano sognato prima di lui, anche grazie all'interlocuzione con il presidente Obama. 
Ha mostrato la forza del dialogo. Leggere queste pagine di riflessione sul viaggio di Giovanni Paolo II nel 1998 aiuta a capire meglio come Jorge Bergoglio guardasse da tempo con grande attenzione a Cuba e al suo futuro, convinto che la Chiesa dovesse avere un ruolo in questo quadro. Le premesse del suo viaggio a Cuba, da papa, e della sua azione verso l'isola vengono da lontano".

Per acquistare il libro online 

Commenti

Post popolari in questo blog

Solo il cardinale Matteo Zuppi sta cercando davvero la pace

Il cardinale Matteo Zuppi ricevuto dal metropolita Antonij, presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca  La Santa Sede non rompe mai le relazioni, specie in tempo di crisi, e si sforza di "umanizzare la guerra" La situazione in Ucraina, con una guerra quasi al terzo anno e l'inverno alle porte, si annuncia difficile. La resistenza ucraina, appoggiata dagli occidentali, non può bloccare il processo di decomposizione della società, anche a seguito di gravi distruzioni causate dai bombardamenti russi, con l'esodo all'estero di 7 milioni di ucraini. Il popolo sta pagando un prezzo enorme e non si vede la fine.  Intanto, in Russia, a Kazan, si sono riuniti, presieduti da Putin, i Brics cui partecipano Brasile, Cina, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, India, Iran e altri. Nonostante non ci sia unanimità, la riunione a Kazan mostra che la Russia di Putin non è isolata. I governi occidentali - scrive Salvatore Settis s

I corridoi lavorativi: modello di accoglienza e buon senso

Sono un modo sicuro per integrare i rifugiati e avere la manodopera di cui abbiamo bisogno La sorpresa è venuta dalla società italiana: a fronte dei 151.000 posti messi in palio dal decreto flussi (non stagionali), le domande degli italiani sono state oltre 690.000. Una massa di richieste a dimostrazione dell'enorme bisogno di manodopera in quasi tutti i settori. La decrescita demografica rende urgente cercare manodopera all'estero.  La paura e l'allarmismo hanno paralizzato la politica che non ha trovato una soluzione ragionevole. I Governi della Ue sono immobilizzati dallo spirito del tempo: paura dei migranti e idea che ognuno debba fare da sé.  Ma i dati parlano chiaro: l'economia europea ha bisogno di manodopera, ma soprattutto l'inverno demografico rende sempre più urgente un rimedio. In Italia c'è forte inquietudine: secondo i dati dell'Istituto Cattaneo, dovremo andare a cercare gli immigrati, pena il crollo dell'economia perché per cinque pens

La guerra non è inevitabile e il mondo non si deve rassegnare

Papa Francesco entrando all'Arena di Verona saluta Andrea Riccardi  È la costante profezia del Papa: per realizzarla, bisogna investire tutti su diplomazia e dialogo Papa Francesco ha presieduto, sabato 18 maggio, all'Arena di Verona, l'incontro Giustizia e pace si baceranno . L'"Arena di Pace", nata nel 1986, ha avuto sei edizioni. Due nel 1991, il periodo della prima guerra del Golfo, che segnò la massima mobilitazione per la pace. Dal 2003 questo evento non si teneva più.  Negli ultimi due decenni il movimento della pace ha coinvolto meno persone. Resta ancora in Italia un tessuto importante di realtà associative, ma complessivamente il tema della pace è uscito dal dibattito pubblico. Sembra un paradosso, si parla meno di pace proprio quando l'Europa si trova di fronte a un grave conflitto che, a partire dall'aggressione russa, sta dilaniando l'Ucraina. Si aggiunge la drammatica situazione in Terra Santa: l`aggressione terroristica d'Israe