Passa ai contenuti principali

Cittadinanza, Andrea Riccardi: Una scelta di civiltà che aiuterà il paese a crescere

L’ex ministro per l’Integrazione e fondatore della Comunità di Sant’Egidio applaude al voto di oggi alla Camera: “L’approvazione dello Ius Culturae riconosce finalmente un diritto al futuro a migliaia di minori che crescono in Italia considerandola a tutti gli effetti il proprio Paese”


ROMA - “Si tratta di una scelta di civiltà che cambia in meglio la nostra società e offre al Paese un’occasione in più per la sua crescita, proprio ora che si sta uscendo da un lungo periodo di crisi”. L’ex ministro per l’Integrazione, Andrea Riccardi, che durante il governo Monti aveva lanciato per primo lo Ius Culturae come possibilità di accesso alla cittadinanza italiana, appoggia con convinzione il primo passo avanti verso questo “importante obiettivo”, sancito oggi dal voto della Camera: “Già dal 2004 la Comunità di Sant’Egidio è stata in prima linea per introdurre una semplificazione nel meccanismo di concessione della cittadinanza, uno dei più complicati e lunghi esistenti in Europa e a livello mondiale”.
“Se l’Italia vuole crescere – aggiunge il fondatore di Sant’Egidio, attualmente presidente della Società Dante Alighieri – non può più ignorare e declassare la presenza di migliaia di famiglie straniere che contribuiscono attivamente alla sua crescita e che sono ormai inserite a pieno titolo - a partire dai minori - nella vita e nella cultura delle nostre città. Questa legge, che mi auguro venga approvata presto in via definitiva dal Senato, è il coronamento di una battaglia che portai avanti quando ero ministro e che si basa sul cosiddetto Ius Culturae, ovvero sulla partecipazione al nostro sistema educativo e formativo. Mentre mi auguro che prossimamente venga presa in considerazione una semplificazione anche per l’acquisizione della cittadinanza degli adulti – che richiede attualmente un’attesa superiore, in media, ai 12 anni - ritengo che questa nuova legge sui minori “nuovi italiani” possa rappresentare un modello di integrazione positiva anche per altri Paesi: un diritto al futuro che non può essere negato a chi si sente ed è a tutti gli effetti già italiano ed europeo”.



Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Solo il cardinale Matteo Zuppi sta cercando davvero la pace

Il cardinale Matteo Zuppi ricevuto dal metropolita Antonij, presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca  La Santa Sede non rompe mai le relazioni, specie in tempo di crisi, e si sforza di "umanizzare la guerra" La situazione in Ucraina, con una guerra quasi al terzo anno e l'inverno alle porte, si annuncia difficile. La resistenza ucraina, appoggiata dagli occidentali, non può bloccare il processo di decomposizione della società, anche a seguito di gravi distruzioni causate dai bombardamenti russi, con l'esodo all'estero di 7 milioni di ucraini. Il popolo sta pagando un prezzo enorme e non si vede la fine.  Intanto, in Russia, a Kazan, si sono riuniti, presieduti da Putin, i Brics cui partecipano Brasile, Cina, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, India, Iran e altri. Nonostante non ci sia unanimità, la riunione a Kazan mostra che la Russia di Putin non è isolata. I governi occidentali - scrive Salvatore Settis s

I corridoi lavorativi: modello di accoglienza e buon senso

Sono un modo sicuro per integrare i rifugiati e avere la manodopera di cui abbiamo bisogno La sorpresa è venuta dalla società italiana: a fronte dei 151.000 posti messi in palio dal decreto flussi (non stagionali), le domande degli italiani sono state oltre 690.000. Una massa di richieste a dimostrazione dell'enorme bisogno di manodopera in quasi tutti i settori. La decrescita demografica rende urgente cercare manodopera all'estero.  La paura e l'allarmismo hanno paralizzato la politica che non ha trovato una soluzione ragionevole. I Governi della Ue sono immobilizzati dallo spirito del tempo: paura dei migranti e idea che ognuno debba fare da sé.  Ma i dati parlano chiaro: l'economia europea ha bisogno di manodopera, ma soprattutto l'inverno demografico rende sempre più urgente un rimedio. In Italia c'è forte inquietudine: secondo i dati dell'Istituto Cattaneo, dovremo andare a cercare gli immigrati, pena il crollo dell'economia perché per cinque pens

La guerra non è inevitabile e il mondo non si deve rassegnare

Papa Francesco entrando all'Arena di Verona saluta Andrea Riccardi  È la costante profezia del Papa: per realizzarla, bisogna investire tutti su diplomazia e dialogo Papa Francesco ha presieduto, sabato 18 maggio, all'Arena di Verona, l'incontro Giustizia e pace si baceranno . L'"Arena di Pace", nata nel 1986, ha avuto sei edizioni. Due nel 1991, il periodo della prima guerra del Golfo, che segnò la massima mobilitazione per la pace. Dal 2003 questo evento non si teneva più.  Negli ultimi due decenni il movimento della pace ha coinvolto meno persone. Resta ancora in Italia un tessuto importante di realtà associative, ma complessivamente il tema della pace è uscito dal dibattito pubblico. Sembra un paradosso, si parla meno di pace proprio quando l'Europa si trova di fronte a un grave conflitto che, a partire dall'aggressione russa, sta dilaniando l'Ucraina. Si aggiunge la drammatica situazione in Terra Santa: l`aggressione terroristica d'Israe