Un editoriale di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana del 29/11/2015
Il vuoto di politiche sociali ha aggravato il disagio
L'attacco terroristico a Parigi, il 13 novembre scorso, fa
paura. La violenza toccherà anche noi? Il successivo attacco a Bamako
in Mali dà la sensazione di una guerra, come del resto ha dichiarato
il presidente francese, François Hollande. Dovremo cambiare abitudini?
O bisogna scendere in campo contro i terroristi in Medio Oriente, come
fa la Francia con i raid aerei sui territori dell'Isis? A lungo
abbiamo pensato che la violenza restasse lontana. Ora la nostra vita
deve cambiare. Ma abbiamo la memoria corta. Nei primi anni de1 2000,
Spagna e Gran Bretagna sono state colpite. Sarebbe un errore cadere
subito nel panico. Certo la minaccia c'è. Ci sono infiltrati nelle
nostre società, pronti a raccogliere l'invito dell'Isis a colpire. Ci
si chiede: abbiamo sbagliato a far entrare tanti musulmani in Europa?
Da questa domanda potrebbe nascere un atteggiamento diffidente verso i
musulmani europei, quasi un muro contro muro. È la reazione che
l'Isis vuole. Ma la gran parte dei musulmani ripudia il terrorismo.
Certo, tutti debbono rispettare la legge. Compito decisivo è quello
della polizia e dell'intelligence, sempre più coordinate a livello
europeo, contro un pericolo insidioso.SUL PIANO POLITICO OCCORRE INTERVENIRE IN SIRIA: RISOLVERE QUEL NODO SIGNIFICA CONTENERE L`ISIS
Qui c'è un Iraq, frantumato dopo l'intervento per abbattere Saddam Hussein. La Siria, da quattro anni, è dentro una guerra terribile. In questo caos, con complicità occulte, si è incuneato l'Isis creando uno Stato territoriale tra Iraq e Siria, dotato di buone risorse finanziarie. Il grande errore è stato non porre fine alla guerra in Siria, mettendo insieme con realismo i resti del regime di Assad e le opposizioni. Ha giocato la rivalità tra Stati Uniti e Russia. La Siria è distrutta: su venti milioni di abitanti, più della metà hanno lasciato le loro case e otto milioni sono fuori dal Paese. Ci vuole la pace in Siria, per far tornare i rifugiati e contenere l'Isis. E occorre la collaborazione di tutti. Le guerre aperte sono sempre origine di drammi e di pericolose conseguenze collaterali. Bisogna agire anche in Europa. Nelle periferie europee, come a Parigi o Bruxelles, sono sorti quartieri-ghetto, dove giovani musulmani diventano accoliti dell'estremismo o addirittura terroristi. Il vuoto di politiche sociali ed educative ha aggravato il pericolo in questi "mondi perduti". Molto devono fare le organizzazioni musulmane nell'educare al rispetto dell`altro. Ma va ripresa l'iniziativa sociale, ricostruendo una città dove si vive insieme. La preoccupazione non ci deve far innalzare muri. C`è bisogno di un nuovo slancio umano, per affermare i nostri valori europei: vivere insieme nel rispetto, nella legge, solidali, in pace e in democrazia.L`ISLAM CHE VUOLE LA PACE
Cortei di islamici per dire no al terrorismo dell`Isis. Si sono svolti sabato scorso a Roma e Milano. A organizzarli, l`Unione delle comunità islamiche. Lo slogan chiave: «Musulmani d'Italia - Not in my Name - No al terrorismo».
Ti può interessare anche:
Andrea Riccardi: Si può impedire la guerra?
Commenti
Posta un commento