Passa ai contenuti principali

Andrea Riccardi e la visione geopolitica di Giorgio La Pira

La "visione" del Fidel italiano:  Giorgio La Pira, il "comunistello di sacrestia" per gli ambienti vaticani anni 50, credeva nel potere d'attrazione del mondo cristiano. Attraverso il dialogo.

Un commento di Andrea Riccardi 

Negli ambienti vaticani degli anni Cinquanta, lo chiamavano il "comunistello di sacrestia": si trattava di Giorgio La Pira, sindaco di Firenze da1 1951 al 1957 e da1 1961 al 1965. In realtà La Pira aveva una visione geopolitica che rifiutava il determinismo tragico, per cui Occidente ed Est comunista erano destinati, se non allo scontro, a una perenne contrapposizione. Gli ambienti vaticani e italiani (conservatori), quelli economici, il "partito romano" (la corrente ecclesiastica di destra e tradizionalista), lo consideravano pericoloso. Giuseppe De Luca, erudito e prete romano, lo chiamava "il nostro Fidel Castro".
La Pira, antifascista e oppositore alle leggi razziali, non aveva paura dei suoi avversari. Da1 1952 alla morte (nel 1977), comunicò le sue visioni del mondo ai papi (da Pio XII a Paolo VI). Membro dell'Assemblea Costituente, aveva dato un notevole contributo ai principi generali della Costituzione anche in collaborazione con la sinistra. Era convinto che, per cambiare i mondi altri, la pace e il dialogo fossero decisivi, non lo scontro. Da1 1952, organizzò a Firenze i convegni per la pace e la civiltà cristiana, poi raccolse i sindaci del mondo, tra cui quelli di Mosca e di Pechino (non esistevano relazioni diplomatiche tra Italia e Cina popolare). Voleva creare ponti tra mondi in opposizione. Non solo con l'Est, anche se andò al Cremlino e poi ricevette dai sovietici, primo occidentale, il discorso segreto di Kruscev sulla destalinizzazione. Per lui un contatto tra ebrei e arabi era decisivo, anche per risolvere il conflitto arabo-israeliano tramite il negoziato.
In questa prospettiva, fin dagli anni Cinquanta, viaggiò in Israele, Giordania, Egitto, Tunisia, ovunque accolto come amico. Per gli ebrei, era tra i fondatori delle Amicizie ebraico-cristiane mentre, tra gli arabi, era considerato un interlocutore di rilievo. Il Mediterraneo doveva essere lo "spazio di Abramo" per una vita comune tra ebrei, cristiani e musulmani, tutti figli del patriarca biblico. Ancora oggi impressiona la "visione" di La Pira. Per lui, l'Europa e il mondo cristiano dovevano esercitare un'attrazione", attraverso l'umanesimo e la superiorità "tecnica", verso l'Est comunista e il Terzo Mondo (fu un convinto sostenitore dell'indipendenza dell'Algeria dalla Francia). Scriveva ne1 1958: «Questi "briganti", come Kruscev e Mao Tse Tung, bisogna avvicinarli; bisogna guardarli con fede e sicurezza negli occhi». Era convinto che, con il Terzo Mondo, si dovesse lavorare molto anche per evitare l'influenza marxista o le derive di contrapposizione. Negli anni Settanta s'impegnò per la fine del conflitto tra Vietnam del Nord e del Sud.
Temeva che la logica dello scontro si impadronisse della Chiesa e dell'Occidente: «La Chiesa ha oggi questo grande mandato: essere la costruttrice di ponti, ovunque, per tutte le nazioni, tutte le culture, tutti i regimi, direi quasi per tutte le religioni» - scriveva ne1 1974 a Paolo VI. Un sognatore? Molti lo accusarono di questo. Il suo ruolo non fu riconosciuto e, dopo la fine del suo mandato di sindaco nel 1965, non ebbe incarichi pubblici. Ma fu un riferimento. Le sue visioni hanno ispirato la politica italiana e quella della Chiesa. Si possono discutere, ma - come scrive Mario Luzi La Pira «levò alto i pensieri». Senza sogni e visioni, senza sguardo sul mondo, la politica si immiserisce nei gorghi del quotidiano. È la sua lezione.

Commenti

Post popolari in questo blog

Solo il cardinale Matteo Zuppi sta cercando davvero la pace

Il cardinale Matteo Zuppi ricevuto dal metropolita Antonij, presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca  La Santa Sede non rompe mai le relazioni, specie in tempo di crisi, e si sforza di "umanizzare la guerra" La situazione in Ucraina, con una guerra quasi al terzo anno e l'inverno alle porte, si annuncia difficile. La resistenza ucraina, appoggiata dagli occidentali, non può bloccare il processo di decomposizione della società, anche a seguito di gravi distruzioni causate dai bombardamenti russi, con l'esodo all'estero di 7 milioni di ucraini. Il popolo sta pagando un prezzo enorme e non si vede la fine.  Intanto, in Russia, a Kazan, si sono riuniti, presieduti da Putin, i Brics cui partecipano Brasile, Cina, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, India, Iran e altri. Nonostante non ci sia unanimità, la riunione a Kazan mostra che la Russia di Putin non è isolata. I governi occidentali - scrive Salvatore Settis s...

I corridoi lavorativi: modello di accoglienza e buon senso

Sono un modo sicuro per integrare i rifugiati e avere la manodopera di cui abbiamo bisogno La sorpresa è venuta dalla società italiana: a fronte dei 151.000 posti messi in palio dal decreto flussi (non stagionali), le domande degli italiani sono state oltre 690.000. Una massa di richieste a dimostrazione dell'enorme bisogno di manodopera in quasi tutti i settori. La decrescita demografica rende urgente cercare manodopera all'estero.  La paura e l'allarmismo hanno paralizzato la politica che non ha trovato una soluzione ragionevole. I Governi della Ue sono immobilizzati dallo spirito del tempo: paura dei migranti e idea che ognuno debba fare da sé.  Ma i dati parlano chiaro: l'economia europea ha bisogno di manodopera, ma soprattutto l'inverno demografico rende sempre più urgente un rimedio. In Italia c'è forte inquietudine: secondo i dati dell'Istituto Cattaneo, dovremo andare a cercare gli immigrati, pena il crollo dell'economia perché per cinque pens...

Quella fascinazione per la destra e il populismo

Dietro Elon Musk si nasconde un progetto politico che di cristiano non ha nulla Elon Musk ha indicato l'Afd, il partito neonazista, come la scelta migliore per la Germania.  È un forte segnale, supportato dall'impero mediatico del tycoon amico di Trump.  In una recente intervista su X con la leader dell'Afd, Alice Weidel, Musk l'ha definita «l'ultima scintilla di speranza per la Germania». Weidel, da parte sua, ha qualificato Hitler come l'opposto di un conservatore e un uomo di destra: anzi era "comunista" per il suo statalismo. Ormai si dice tutto e il contrario di tutto: definire Hitler comunista è un falso, tanto che il Führer fece internare almeno 30 mila comunisti tedeschi da quell'irriducibile anticomunista che era. Anche se sinistra o destra ormai sono definizioni abbastanza sfumate, qui ci troviamo di fronte alla totale manipolazione.  Bisogna avere il coraggio intellettuale di superare la confusione e di capire quel che succede. Evaporat...