L'Europa è scossa da un'ondata di violenza: Nizza, Monaco, altre città tedesche... Alle porte del nostro continente, in Turchia, un folle colpo di Stato motiva la dura reazione di Erdogan, che sta cambiando i connotati della democrazia turca. Tanta violenza, tanti morti in questo periodo. Anche nel mondo, come a Baghdad o a Kabul. Per quel che riguarda il terrorismo in Europa, non tutto proviene da quel "califfato" che domina parte della Siria e dell'Iraq. C`è una chiara matrice islamica in alcune violenze in Europa. Non a Monaco di Baviera.
Come si arriva a tanta follia? Spesso si tratta di persone disturbate. Sono marginali, periferiche, alla ricerca della ribalta per scaricare l'odio accumulato contro la società. Ci sono percorsi di autoconversione all'islamismo e al terrorismo, quasi in solitudine o tra pochi. Nel caso di Monaco, c'è l'odio di un diciottenne che voleva vendicarsi sui giovani per la sua esclusione. Gioca anche l'emulazione. Tra i modelli del giovane sembra ci fosse il norvegese neonazista Anders Breivik che, nel 2011, ammazzò 77 persone, tra cui molti giovani.
Il problema è come si passi dal disagio sociale alla violenza terrorista. Ci sono tanti modelli di aggressività e troppi giochi violenti anche su Internet. Avviene un'assuefazione alla morte e alla violenza. Poi circolano armi, tante armi. Papa Francesco ha ammonito sul dramma del commercio delle armi. L'islamismo totalizzante guida parecchi dalla marginalità all'odio. La propaganda terrorista fa il resto. Più volte ho insistito che la questione sociale e delle periferie deve essere al centro dell'impegno della politica e della società. Ci vuole una rigenerazione del tessuto sociale, in cui solitudini, emarginazione, ghetti vengano assorbiti o almeno vissuti come problema.
Un tempo c'era la militanza nella società e nelle sue parti più difficili. Oggi quasi più. È però necessaria una "vigilanza" partecipe sulla società civile nelle sue diverse componenti. La Chiesa si colloca in questa dimensione, spesso sola o talvolta sotto pressione. Le si apre innanzi però una grande missione. Del resto, questa è la settimana della Gmg in Europa, a Cracovia: il papa e la Chiesa si rivolgono ai giovani, proponendo la misericordia. Non da soli, ma come una nuova generazione. Misericordia vuol dire cuore aperto verso gli altri: è la risposta cristiana a un grande vuoto.
Editoriale di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana del 31 luglio 2016
Come si arriva a tanta follia? Spesso si tratta di persone disturbate. Sono marginali, periferiche, alla ricerca della ribalta per scaricare l'odio accumulato contro la società. Ci sono percorsi di autoconversione all'islamismo e al terrorismo, quasi in solitudine o tra pochi. Nel caso di Monaco, c'è l'odio di un diciottenne che voleva vendicarsi sui giovani per la sua esclusione. Gioca anche l'emulazione. Tra i modelli del giovane sembra ci fosse il norvegese neonazista Anders Breivik che, nel 2011, ammazzò 77 persone, tra cui molti giovani.
Il problema è come si passi dal disagio sociale alla violenza terrorista. Ci sono tanti modelli di aggressività e troppi giochi violenti anche su Internet. Avviene un'assuefazione alla morte e alla violenza. Poi circolano armi, tante armi. Papa Francesco ha ammonito sul dramma del commercio delle armi. L'islamismo totalizzante guida parecchi dalla marginalità all'odio. La propaganda terrorista fa il resto. Più volte ho insistito che la questione sociale e delle periferie deve essere al centro dell'impegno della politica e della società. Ci vuole una rigenerazione del tessuto sociale, in cui solitudini, emarginazione, ghetti vengano assorbiti o almeno vissuti come problema.
Un tempo c'era la militanza nella società e nelle sue parti più difficili. Oggi quasi più. È però necessaria una "vigilanza" partecipe sulla società civile nelle sue diverse componenti. La Chiesa si colloca in questa dimensione, spesso sola o talvolta sotto pressione. Le si apre innanzi però una grande missione. Del resto, questa è la settimana della Gmg in Europa, a Cracovia: il papa e la Chiesa si rivolgono ai giovani, proponendo la misericordia. Non da soli, ma come una nuova generazione. Misericordia vuol dire cuore aperto verso gli altri: è la risposta cristiana a un grande vuoto.
Editoriale di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana del 31 luglio 2016
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