Passa ai contenuti principali

Aleppo in guerra è una folle scelta del mondo

Editoriale di Andrea Riccardi su "Famiglia Cristiana" del 28 agosto 2016. Il fondatore della Comunità di Sant'Egidio lancia un significativo "j'accuse" sulla guerra ad Aleppo: non è frutto dell'impotenza della comunità internazionale, ma appare ormai chiara una scelta, da lui definita folle, di distruggere la città simbolo della convivenza. 

Bisogna continuare a parlare di Aleppo. La città siriana è la Sarajevo del XXI secolo. Le immagini di Omran, bambino di cinque anni, tratto fuori dalle macerie di un bombardamento sulla città, parlano della sorte di tutti i bambini di Aleppo. Ad Aleppo ci sono 130 mila bambini come Omran. Quale il loro futuro? «Una catastrofe senza precedenti», ha dichiarato Ban Ki-moon, segretario generale delle Nazioni Unite. Questa è la realtà: se non c'è violenza dal cielo o da terra, ci sono fame, mancanza di medicinali e di cure, sete. È una storia terribile che coinvolge due milioni di persone. Forse siamo alla vigilia della battaglia decisiva per il controllo della città. Lo si vede dall'accanimento con cui si combatte. I russi bombardano la città orientale controllata dai ribelli. Questa parte di Aleppo viene attaccata da governativi, hezbollah sciiti libanesi e iraniani, che la isolano. I governativi non hanno mai perso il controllo dell`Aleppo occidentale, tra cui la città vecchia, oggi collegata all`area di Assad meglio che in passato. Non va trascurato il ruolo degli americani, dell`Arabia Saudita, del Qatar, della Turchia (con incertezze dopo il golpe), che spalleggiano la lotta contro Assad. Ci sono poi sul terreno i curdi, che preoccupano molto la Turchia. Forse ad Aleppo avviene la più grande battaglia urbana del XXI secolo. Guardando però l'immagine del piccolo Omran si vede il dramma di Aleppo: la sua gente sta pagando un enorme prezzo di sangue e di dolore. Nel 2014 abbiamo lanciato la proposta di fare di Aleppo una "città aperta", risparmiandola al conflitto e aprendo corridoi umanitari per assistere la popolazione. Sta avvenendo proprio il contrario: è un campo di battaglia.
L'Onu, dopo una negoziazione dura, è riuscita a ottenere dalla Russia una tregua umanitaria di 48 ore a settimana per far giungere soccorsi a entrambe le parti della città. Ma la situazione è incerta. A questo punto non si deve più parlare d'impotenza della comunità internazionale, ma di chiara scelta per la guerra. Una guerra che renderà difficilissima la ricostruzione e poi la vita insieme. Ma si è scelto per la guerra. Una scelta folle. In Europa siamo molto preoccupati per la nostra sicurezza. E giustamente. Come non esserlo, anche, e forse soprattutto, per il dramma di Aleppo e della Siria? Dobbiamo ricordare Aleppo, come possiamo, in ogni momento e pregare perché il Signore ci liberi dall`accecamento della guerra.

UNA GENERAZIONE SENZA FUTURO Nella foto: bambini in una strada di Aleppo. In città sono 130 mila i minori a rischio, senza che il mondo faccia nulla per aiutarli.
 

Commenti

  1. avete scritto che il futuro è incerto. Il futuro è certissimo: si parla da una settimana di questa tregua, coloro che la chiedevano non sembrano interessati. Il solo intervento umanitario che interessa a certa gente è uccidere i bambini di Aleppo ovest in nome dei bambini di Aleppo est

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Solo il cardinale Matteo Zuppi sta cercando davvero la pace

Il cardinale Matteo Zuppi ricevuto dal metropolita Antonij, presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca  La Santa Sede non rompe mai le relazioni, specie in tempo di crisi, e si sforza di "umanizzare la guerra" La situazione in Ucraina, con una guerra quasi al terzo anno e l'inverno alle porte, si annuncia difficile. La resistenza ucraina, appoggiata dagli occidentali, non può bloccare il processo di decomposizione della società, anche a seguito di gravi distruzioni causate dai bombardamenti russi, con l'esodo all'estero di 7 milioni di ucraini. Il popolo sta pagando un prezzo enorme e non si vede la fine.  Intanto, in Russia, a Kazan, si sono riuniti, presieduti da Putin, i Brics cui partecipano Brasile, Cina, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, India, Iran e altri. Nonostante non ci sia unanimità, la riunione a Kazan mostra che la Russia di Putin non è isolata. I governi occidentali - scrive Salvatore Settis s

I corridoi lavorativi: modello di accoglienza e buon senso

Sono un modo sicuro per integrare i rifugiati e avere la manodopera di cui abbiamo bisogno La sorpresa è venuta dalla società italiana: a fronte dei 151.000 posti messi in palio dal decreto flussi (non stagionali), le domande degli italiani sono state oltre 690.000. Una massa di richieste a dimostrazione dell'enorme bisogno di manodopera in quasi tutti i settori. La decrescita demografica rende urgente cercare manodopera all'estero.  La paura e l'allarmismo hanno paralizzato la politica che non ha trovato una soluzione ragionevole. I Governi della Ue sono immobilizzati dallo spirito del tempo: paura dei migranti e idea che ognuno debba fare da sé.  Ma i dati parlano chiaro: l'economia europea ha bisogno di manodopera, ma soprattutto l'inverno demografico rende sempre più urgente un rimedio. In Italia c'è forte inquietudine: secondo i dati dell'Istituto Cattaneo, dovremo andare a cercare gli immigrati, pena il crollo dell'economia perché per cinque pens

La guerra non è inevitabile e il mondo non si deve rassegnare

Papa Francesco entrando all'Arena di Verona saluta Andrea Riccardi  È la costante profezia del Papa: per realizzarla, bisogna investire tutti su diplomazia e dialogo Papa Francesco ha presieduto, sabato 18 maggio, all'Arena di Verona, l'incontro Giustizia e pace si baceranno . L'"Arena di Pace", nata nel 1986, ha avuto sei edizioni. Due nel 1991, il periodo della prima guerra del Golfo, che segnò la massima mobilitazione per la pace. Dal 2003 questo evento non si teneva più.  Negli ultimi due decenni il movimento della pace ha coinvolto meno persone. Resta ancora in Italia un tessuto importante di realtà associative, ma complessivamente il tema della pace è uscito dal dibattito pubblico. Sembra un paradosso, si parla meno di pace proprio quando l'Europa si trova di fronte a un grave conflitto che, a partire dall'aggressione russa, sta dilaniando l'Ucraina. Si aggiunge la drammatica situazione in Terra Santa: l`aggressione terroristica d'Israe