Passa ai contenuti principali

Padre Jacques, una morte che dà la vita. La forza debole di un uomo che incarnava la Chiesa del Vangelo

SEGUENDO PERSONE COME LUI NON CI LASCEREMO TRASFORMARE DAL TERRORISMO IN GENTE PIENA DI ODIO
Editoriale di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana

Padre Jacques Hamel, 86 anni, era prete ausiliario della parrocchia di Saint-Etienne-du Rouvray e aiutava padre Auguste Moanda-Phauati nella gestione della comunità.

L'assalto alla chiesa di Saint Etienne, nei pressi di Rouen in Francia, mostra- se ce n'era ancora bisogno - il volto barbaro del terrorismo islamista che ruba la mente e il cuore a giovani sbandati.

E' un volto tremendamente irreligioso e disumano. Come uccidere in nome di Dio gente che prega, colpendo un religioso, padre Jacques Hamel? I terroristi - ha detto a Notre Dame de Paris l'arcivescovo Vingt-Trois - «vogliono annunciarci un Dio di morte, un moloch che gioirebbe della morte dell'uomo e che prometterebbe il paradiso a quelli che uccidono invocandolo».
Questa è la religione di morte che abita nei ghetti mentali dei pericolosi gruppetti di terroristi, sollecitati dalla propaganda dell'Isis. Non sono le avanguardie di un esercito che conquista l'Europa, ma terroristi che odiano la nostra vita e che ci faranno soffrire.
Con l'intelligenza del male, hanno colpito un sacerdote che, nella sua umiltà, rappresenta tanto della Chiesa cattolica. L'ottantaseienne padre Jacques era proprio un prete del Concilio, vissuto nello zelo pastorale senza orari e pensione, servendo l'altare e amando la Bibbia. Il suo dialogo con i musulmani non era retorico. Da parroco aveva ceduto il terreno per costruire la moschea, il cui imam ha detto di lui: «Era come un fratello». 
Gli assassini vogliono la morte e la guerra, non vivere insieme. Hanno odiato la "forza debole" di un uomo buono che incarnava la Chiesa del Vangelo. Questa è la Chiesa di Francia, che non ha mai nutrito disegni politici, ma di cui cogliamo bene oggi la grandezza spirituale! Padre Jacques ha vissuto la sua vita nel servizio alla fede e alla pace con tutti. Ci si potrà chiedere: valeva la pena il dialogo con tanti musulmani, per essere ucciso da uno di essi? Il dono della vita di padre Jacques non aveva limiti: offerta per i cattolici e per tutti.
Alle parole di esecrazione per tanto male, si deve unire il ringraziamento per sacerdoti, per donne e uomini che, con il servizio e la porta aperta, ci hanno aiutati a restare umani e saldi nella speranza. Seguendo loro, non ci lasceremo trasformare dal terrorismo in gente piena di odio o non ci chiuderemo nelle nostre case nella paura. Certo bisogna difendere i cittadini (e le istituzioni ne sono consapevoli). Ma, dopo questi fatti, ci vuole uno slancio nuovo nelle nostre società. Queste - ha detto Vingt-Trois - non possono essere un «consorzio d'interessi»: hanno bisogno di un «progetto comune», che motivi i sacrifici oggi richiesti e la resistenza, facendo emergere le energie profonde e la forza che sembrano mancarci.

Commenti

Post popolari in questo blog

Solo il cardinale Matteo Zuppi sta cercando davvero la pace

Il cardinale Matteo Zuppi ricevuto dal metropolita Antonij, presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca  La Santa Sede non rompe mai le relazioni, specie in tempo di crisi, e si sforza di "umanizzare la guerra" La situazione in Ucraina, con una guerra quasi al terzo anno e l'inverno alle porte, si annuncia difficile. La resistenza ucraina, appoggiata dagli occidentali, non può bloccare il processo di decomposizione della società, anche a seguito di gravi distruzioni causate dai bombardamenti russi, con l'esodo all'estero di 7 milioni di ucraini. Il popolo sta pagando un prezzo enorme e non si vede la fine.  Intanto, in Russia, a Kazan, si sono riuniti, presieduti da Putin, i Brics cui partecipano Brasile, Cina, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, India, Iran e altri. Nonostante non ci sia unanimità, la riunione a Kazan mostra che la Russia di Putin non è isolata. I governi occidentali - scrive Salvatore Settis s

I corridoi lavorativi: modello di accoglienza e buon senso

Sono un modo sicuro per integrare i rifugiati e avere la manodopera di cui abbiamo bisogno La sorpresa è venuta dalla società italiana: a fronte dei 151.000 posti messi in palio dal decreto flussi (non stagionali), le domande degli italiani sono state oltre 690.000. Una massa di richieste a dimostrazione dell'enorme bisogno di manodopera in quasi tutti i settori. La decrescita demografica rende urgente cercare manodopera all'estero.  La paura e l'allarmismo hanno paralizzato la politica che non ha trovato una soluzione ragionevole. I Governi della Ue sono immobilizzati dallo spirito del tempo: paura dei migranti e idea che ognuno debba fare da sé.  Ma i dati parlano chiaro: l'economia europea ha bisogno di manodopera, ma soprattutto l'inverno demografico rende sempre più urgente un rimedio. In Italia c'è forte inquietudine: secondo i dati dell'Istituto Cattaneo, dovremo andare a cercare gli immigrati, pena il crollo dell'economia perché per cinque pens

La guerra non è inevitabile e il mondo non si deve rassegnare

Papa Francesco entrando all'Arena di Verona saluta Andrea Riccardi  È la costante profezia del Papa: per realizzarla, bisogna investire tutti su diplomazia e dialogo Papa Francesco ha presieduto, sabato 18 maggio, all'Arena di Verona, l'incontro Giustizia e pace si baceranno . L'"Arena di Pace", nata nel 1986, ha avuto sei edizioni. Due nel 1991, il periodo della prima guerra del Golfo, che segnò la massima mobilitazione per la pace. Dal 2003 questo evento non si teneva più.  Negli ultimi due decenni il movimento della pace ha coinvolto meno persone. Resta ancora in Italia un tessuto importante di realtà associative, ma complessivamente il tema della pace è uscito dal dibattito pubblico. Sembra un paradosso, si parla meno di pace proprio quando l'Europa si trova di fronte a un grave conflitto che, a partire dall'aggressione russa, sta dilaniando l'Ucraina. Si aggiunge la drammatica situazione in Terra Santa: l`aggressione terroristica d'Israe