C'è il rischio di dare un'immagine semplicistica della santa. Che invece ha vissuto i drammi del suo secolo individuando la linea per la convivenza fra le religioni
La giovinezza di Agnese Gonxha Bojaxhiu, divenuta poi Teresa, è segnata dalla complessità balcanica dell'inizio Novecento. Di se stessa ha detto: «Per sangue e origini sono albanese pura. Per cittadinanza sono indiana. Come suora sono cattolica. Per vocazione appartengo a tutto il mondo. E quanto al mio cuore sono tutta del cuore di Gesù». Alla sua morte, ha ricevuto i funerali di Stato alla presenza del presidente indiano, mentre quello pakistano diceva la sua stima per lei. Madre Teresa ha trascorso solo diciotto anni nei Balcani, tra i più complicati della storia della regione. Apparteneva a una minoranza religiosa (i cattolici) nella minoranza albanese in Macedonia che, al momento della sua nascita era parte dell'impero ottomano. Nella sua Macedonia natia, si erano formati tanti ufficiali dei "giovani turchi" e lo stesso Kemal Ataturk, mentre quasi nello stesso tempo prestava servizio il giovane chierico ortodosso Athenagoras, greco, destinato a diventare patriarca ecumenico. Era una terra in cui s'intrecciavano religioni ed etnie, che faticavano a essere dimensionate in uno Stato nazionale. Alla canonizzazione di Madre Teresa, in piazza San Pietro, c'erano i presidenti di Albania, Macedonia e Kosovo, che - a loro modo - la considerano una
connazionale. Inoltre la madre e la sorella della suora hanno vissuto anni nell'Albania comunista di Hoxha, dove sono state sepolte.
Madre Teresa è una figura novecentesca: nata nel 1910, morta nel 1997 a Calcutta, conosce tanti drammi del secolo. L'altro religioso è sempre esistito nell'orizzonte di Madre Teresa, anche quando la Chiesa cattolica lo ignorava, come prima del Vaticano II. La suora, nell'India britannica dal 1928, fa l'esperienza della complessità religiosa ed etnica del grande impero. Postasi fuori dall'Europa, in India, attenta alla religiosità non cristiana ma ben radicata nella fede cattolica, viene apprezzata dagli induisti e da gente di altra religione. Soprattutto la solidarietà con i poveri va al di là delle barriere confessionali, costruendo una trama di amicizia interreligiosa. Significativo è il rispetto dei poveri: «Non cerchiamo mai di convertire al cristianesimo coloro che accogliamo».
Nella semplicità di Madre Teresa, chiara ma anche dalle radici misteriose, si legge un messaggio per il mondo di oggi, in cui le religioni vivono assieme ma non sempre in pace: il valore della preghiera e il servizio ai più poveri. Per alcuni, la Madre è una suora tradizionale. Vibra in lei la grande tradizione cattolica, ma c`è un'intuizione profonda di tempi nuovi del cristianesimo. Si capisce perché, nell'ottobre 1986, volle essere presente ad Assisi, alla preghiera interreligiosa per la pace, voluta dal suo amico Giovanni Paolo.
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