Passa ai contenuti principali

Dopo la Brexit. Democrazie a rischio, ora serve più Europa

Una forza gentile: è quella che l'Europa dovrebbe esprimere a livello mondiale per affermare i valori della democrazia, afferma Andrea Riccardi in questo editoriale per Famiglia Cristiana. 

I cittadini britannici, al referendum del 23 giugno 2016, si sono pronunciati per l'uscita dall'Unione europea. La Scozia e l'Irlanda del Nord, a differenza del Galles e dell'Inghilterra, hanno votato invece per rimanere. Finisce la storia "europea" del Regno Unito, entrato nella Cee nel 1973. Aveva conservato peculiarità proprie sull'integrazione. Il referendum ha segnato la vittoria di chi affermava la "sovranità britannica". Nel Regno Unito ci sono stati solo due referendum prima di questo. La vittoria di Brexit inaugura uno scollamento tra la volontà del popolo e il Parlamento. In ogni modo, il primo ministro britannico, Theresa May, ora punta con decisione su una "Gran Bretagna globale", forte e attrattiva, amica dell'Unione, ma tutta esterna a essa. Si negozia il divorzio. Forse qualche altro Paese Ue seguirà Londra? Intanto in Scozia, attenta ai benefici dell'Unione, si rilancia l'indipendenza dal Regno Unito. Il divorzio britannico avviene in uno scenario mondiale tutt'altro che tranquillo, anche per l'irrompere di Donald Trump (il quale ha salutato positivamente Brexit).

Tale divorzio deve spingere i Paesi europei a scegliere di nuovo l'Unione, un fatto mai avvenuto nella sua storia: hanno sempre desiderato entrare nella Ue, mai uscirne. Questa ha segnato il superamento della Guerra fredda con l'unificazione tedesca e l'integrazione degli Stati dell'Est. La nuova stagione globale impone alla Ue di tornare al centro di un grande disegno politico. Invece, nella guerra in Siria, la sua diplomazia non ha avuto ruolo, mentre Gran Bretagna e Francia sono state messe da parte da Russia, Turchia e Iran nell'accordo per il futuro del Paese.

L'Europa non può accettare l'irrilevanza. Non per motivi di potere, bensì di civiltà e democrazia. Gli Stati della Ue non solo sono una potenza economica, ma un baluardo della democrazia. Insieme potranno difenderla mentre, in molti Paesi extraeuropei, viene messa in discussione. La ridiscussione e il ridimensionamento della democrazia sono un fenomeno mondiale. L'Europa ha un grande compito e non può mancare. Bisogna reagire alla tentazione europea di ripiegarsi su di sé. L'Unione dev'essere coesa e avere una visione politica. Se sarà debole, renderà più fragile la democrazia nel mondo intero. Così l'Europa deve tornare a concepirsi come una "forza gentile", come diceva Padoa-Schioppa. Brexit deve far riflettere gli europei. Non abbiamo innanzi a noi un tempo infinito per compiere le nostre scelte.

Editoriale di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana del 29 gennaio 2017

Commenti

Post popolari in questo blog

Solo il cardinale Matteo Zuppi sta cercando davvero la pace

Il cardinale Matteo Zuppi ricevuto dal metropolita Antonij, presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca  La Santa Sede non rompe mai le relazioni, specie in tempo di crisi, e si sforza di "umanizzare la guerra" La situazione in Ucraina, con una guerra quasi al terzo anno e l'inverno alle porte, si annuncia difficile. La resistenza ucraina, appoggiata dagli occidentali, non può bloccare il processo di decomposizione della società, anche a seguito di gravi distruzioni causate dai bombardamenti russi, con l'esodo all'estero di 7 milioni di ucraini. Il popolo sta pagando un prezzo enorme e non si vede la fine.  Intanto, in Russia, a Kazan, si sono riuniti, presieduti da Putin, i Brics cui partecipano Brasile, Cina, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, India, Iran e altri. Nonostante non ci sia unanimità, la riunione a Kazan mostra che la Russia di Putin non è isolata. I governi occidentali - scrive Salvatore Settis s

I corridoi lavorativi: modello di accoglienza e buon senso

Sono un modo sicuro per integrare i rifugiati e avere la manodopera di cui abbiamo bisogno La sorpresa è venuta dalla società italiana: a fronte dei 151.000 posti messi in palio dal decreto flussi (non stagionali), le domande degli italiani sono state oltre 690.000. Una massa di richieste a dimostrazione dell'enorme bisogno di manodopera in quasi tutti i settori. La decrescita demografica rende urgente cercare manodopera all'estero.  La paura e l'allarmismo hanno paralizzato la politica che non ha trovato una soluzione ragionevole. I Governi della Ue sono immobilizzati dallo spirito del tempo: paura dei migranti e idea che ognuno debba fare da sé.  Ma i dati parlano chiaro: l'economia europea ha bisogno di manodopera, ma soprattutto l'inverno demografico rende sempre più urgente un rimedio. In Italia c'è forte inquietudine: secondo i dati dell'Istituto Cattaneo, dovremo andare a cercare gli immigrati, pena il crollo dell'economia perché per cinque pens

La guerra non è inevitabile e il mondo non si deve rassegnare

Papa Francesco entrando all'Arena di Verona saluta Andrea Riccardi  È la costante profezia del Papa: per realizzarla, bisogna investire tutti su diplomazia e dialogo Papa Francesco ha presieduto, sabato 18 maggio, all'Arena di Verona, l'incontro Giustizia e pace si baceranno . L'"Arena di Pace", nata nel 1986, ha avuto sei edizioni. Due nel 1991, il periodo della prima guerra del Golfo, che segnò la massima mobilitazione per la pace. Dal 2003 questo evento non si teneva più.  Negli ultimi due decenni il movimento della pace ha coinvolto meno persone. Resta ancora in Italia un tessuto importante di realtà associative, ma complessivamente il tema della pace è uscito dal dibattito pubblico. Sembra un paradosso, si parla meno di pace proprio quando l'Europa si trova di fronte a un grave conflitto che, a partire dall'aggressione russa, sta dilaniando l'Ucraina. Si aggiunge la drammatica situazione in Terra Santa: l`aggressione terroristica d'Israe