Passa ai contenuti principali

Gli immigrati sono spaesati perché spesso la loro cultura si sbiadisce nel tempo

La cultura è la vera risposta al radicalismo e agli estremismi, afferma Andrea Riccardi in questo articolo comparso oggi 24 febbraio sul magazine Sette del Corriere della Sera 

L'uomo spaesato è il titolo di un libro, ma soprattutto la realtà di tanti contemporanei. Il libro è stato scritto da un grande studioso d'origine bulgara, Tzvetan Todorov, che nel 1963 lasciò il suo Paese per la Francia, facendone la patria culturale d'elezione. È morto recentemente. Nel libro (una delle sue tante opere), racconta l'esodo dalla Bulgaria comunista, la conoscenza dell'Occidente e degli Stati Uniti. Spiega: «L'uomo separato dal proprio ambiente... in un primo tempo soffre; è più gradevole vivere con chi ci è familiare».

Il percorso di Todorov, che si è messo a scrivere in francese, è una transculturazione. «Siamo tutti, meticci», asserisce. È la storia di un intellettuale affermatosi in Francia e divenuto un punto di riferimento per la cultura occidentale. Ma sono possibili simili passaggi culturali per donne e uomini "normali" che emigrano per approdare a un altro mondo?

Il famoso Lawrence d'Arabia, un inglese immedesimatosi nel mondo arabo durante la Prima guerra mondiale, sosteneva che «ogni uomo che appartiene a due culture perde la sua anima». Todorov insiste: «Perdendo la sua cultura d'origine, l'individuo non vive una tragedia, solo a patto che ne acquisisca un'altra: avere una lingua è costitutivo della nostra umanità...».

Talvolta gli emigrati perdono la cultura d'origine che si sbiadisce come un fatto del passato. E non solo loro. La società globale, con processi complessi e accostamenti inediti tra mondi, "decultura" le persone e le inserisce in una comunicazione globale di messaggi dai caratteri confusi e contraddittori. Si smarriscono o si annacquano tante identità tradizionali anche tra chi vive nella propria terra. Così l'uomo e la donna si trovano senza punti di riferimento per leggere la vita e il mondo: non riescono a dire chi sono e non sanno bene che cosa cercare nel futuro. Sono uomini e donne spaesati, per dirla con Todorov. La globalizzazione, nei suoi effetti molteplici, introduce forti processi di spaesamento. Lo spaesato si allontana dalla sua storia, di cui magari si faceva una narrazione semplice ma costitutiva della sua identità. Perdere la storia vuol dire affrontare "nudi" il proprio futuro, senza difese, orientamenti, griglie per interpretarlo. Così cresce la paura.

Gli spaesati sono spesso immigrati, ma anche nativi delle nostre società. Lo spaesamento provoca marginalità, perché non ci si sa orientare in società complesse. Lo spaesato può reagire ribellandosi o radicalizzandosi. Quando si discute sugli islamisti, si è troppo insistito sulla motivazione musulmana del radicalismo, mentre si è poco guardato alla loro condizione di spaesati che trovano nell'islamismo una risposta forte e identitaria, una visione semplificata e onnicomprensiva del mondo, una "missione" che riempie il vuoto esistenziale. Il radicalismo coinvolge i giovani musulmani di seconda generazione, la cui identità è incerta e la cui integrazione scarsa: non hanno la storia dei genitori e non si ritrovano in quella del loro paese. Ha ragione Olivier Roy: «Non vi è una radicalizzazione dell'Islam, ma un'islamizzazione del radicalismo, si islamizza il proprio disastro personale, la propria rivolta contro la società».

È fin troppo facile leggere lo spaesamento nei giovani Neet, che non studiano e non lavorano. E si potrebbe continuare a trovare le tracce di questo fenomeno nelle nostre società. Purtroppo abbiamo troppo vissuto senza riflettere su di esse. La politica, appagata di un consenso, fragile e occasionale, non ha provato a capire questo nostro mondo. Le società globali, esposte a tutti i venti e senza protezione, sono un'opportunità per molti aspetti. Ma per viverle bene c`è bisogno di più cultura: per non essere spaesati ci vuole conoscenza. Qui si apre il grande problema della scuola. La cultura è anche una risposta al terrorismo: «Occorre riportare il religioso nel culturale», afferma Roy. Una società globale, tutta emotiva, senza o con poca cultura, è pericolosa: risulta esposta al dominio volubile dei populismi. Si potrebbe obiettare che non possiamo essere tutti fini intellettuali, come Todorov! Certamente, ma non siamo troppo ignoranti per vivere in un mondo così complicato?

Commenti

Post popolari in questo blog

Solo il cardinale Matteo Zuppi sta cercando davvero la pace

Il cardinale Matteo Zuppi ricevuto dal metropolita Antonij, presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca  La Santa Sede non rompe mai le relazioni, specie in tempo di crisi, e si sforza di "umanizzare la guerra" La situazione in Ucraina, con una guerra quasi al terzo anno e l'inverno alle porte, si annuncia difficile. La resistenza ucraina, appoggiata dagli occidentali, non può bloccare il processo di decomposizione della società, anche a seguito di gravi distruzioni causate dai bombardamenti russi, con l'esodo all'estero di 7 milioni di ucraini. Il popolo sta pagando un prezzo enorme e non si vede la fine.  Intanto, in Russia, a Kazan, si sono riuniti, presieduti da Putin, i Brics cui partecipano Brasile, Cina, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, India, Iran e altri. Nonostante non ci sia unanimità, la riunione a Kazan mostra che la Russia di Putin non è isolata. I governi occidentali - scrive Salvatore Settis s...

I corridoi lavorativi: modello di accoglienza e buon senso

Sono un modo sicuro per integrare i rifugiati e avere la manodopera di cui abbiamo bisogno La sorpresa è venuta dalla società italiana: a fronte dei 151.000 posti messi in palio dal decreto flussi (non stagionali), le domande degli italiani sono state oltre 690.000. Una massa di richieste a dimostrazione dell'enorme bisogno di manodopera in quasi tutti i settori. La decrescita demografica rende urgente cercare manodopera all'estero.  La paura e l'allarmismo hanno paralizzato la politica che non ha trovato una soluzione ragionevole. I Governi della Ue sono immobilizzati dallo spirito del tempo: paura dei migranti e idea che ognuno debba fare da sé.  Ma i dati parlano chiaro: l'economia europea ha bisogno di manodopera, ma soprattutto l'inverno demografico rende sempre più urgente un rimedio. In Italia c'è forte inquietudine: secondo i dati dell'Istituto Cattaneo, dovremo andare a cercare gli immigrati, pena il crollo dell'economia perché per cinque pens...

Quella fascinazione per la destra e il populismo

Dietro Elon Musk si nasconde un progetto politico che di cristiano non ha nulla Elon Musk ha indicato l'Afd, il partito neonazista, come la scelta migliore per la Germania.  È un forte segnale, supportato dall'impero mediatico del tycoon amico di Trump.  In una recente intervista su X con la leader dell'Afd, Alice Weidel, Musk l'ha definita «l'ultima scintilla di speranza per la Germania». Weidel, da parte sua, ha qualificato Hitler come l'opposto di un conservatore e un uomo di destra: anzi era "comunista" per il suo statalismo. Ormai si dice tutto e il contrario di tutto: definire Hitler comunista è un falso, tanto che il Führer fece internare almeno 30 mila comunisti tedeschi da quell'irriducibile anticomunista che era. Anche se sinistra o destra ormai sono definizioni abbastanza sfumate, qui ci troviamo di fronte alla totale manipolazione.  Bisogna avere il coraggio intellettuale di superare la confusione e di capire quel che succede. Evaporat...