L'invito di papa Francesco a farsi prossimi alle periferie del mondo e della vita è una manifestazione di simpatia verso l'umano, che sta cambiando il volto della Chiesa.
Da un'editoriale di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana
La prossima Pasqua è la quarta che Jorge Bergoglio celebra come
Papa. In quattro anni la Chiesa è tanto cambiata, anche grazie al suo
messaggio. Ma è pure molto cambiato il mondo e non proprio in meglio.
Bisogna tenere conto di questo. Lo scenario internazionale è
caratterizzato da vari conflitti: basta ricordare quello lunghissimo
in Siria. Nella "confusione" internazionale, la tendenza è chiudersi,
costruire muri, presidiare le proprie frontiere, insomma ritagliarsi
uno spazio nella storia il più sicuro possibile. Due fenomeni
accrescono il senso d'incertezza: le migrazioni (percepite come
invasioni) e l'assenza di una o più superpotenze capaci di
creare ordine. La stessa Chiesa potrebbe essere tentata di ritirarsi
da un mondo complesso ed estraneo ai suoi valori, chiudersi nel gruppo
dei credenti o nei luoghi di culto, magari dopo aver detto con
chiarezza la sua verità. Papa Francesco ha creato un clima di simpatia
verso il suo messaggio e la Chiesa. La simpatia non è secondaria: la
evocò Paolo VI, parlando di «simpatia immensa» per definire
l'atteggiamento della Chiesa del Concilio verso il mondo. Francesco ha
chiesto ai cattolici di "uscire" dai quadri e dai luoghi abituali
della loro vita per incontrare gli altri, vivere la solidarietà con i
più deboli, comunicare il Vangelo. Si può dire che, mentre la tendenza
generale è chiudersi di fronte a un mondo globale, quella della Chiesa
di Francesco è invece uscire. Il messaggio del Papa non è dominato dal
pessimismo né sulla Chiesa né sulla sorte del mondo, anche se ha più
volte chiesto di agire in modo responsabile, tenendo conto del bene di
tutti e non solo di pochi: ha parlato delle guerre e della povertà, ha
ricordato la grande questione dell'ecologia. In questi quattro anni,
Francesco ha indicato a tutti l'importanza di essere attenti al
proprio cuore, alla dimensione personale della propria vita: «Le guerre
non cominciano là [dove si combattono], cominciano nel tuo cuore, nel
nostro cuore», ha detto parlando agli studenti di Roma. C'è bisogno di
una liberazione dagli egocentrismi personali, nazionali o di gruppo.
Un saggio vescovo ortodosso, Anastasio d'Albania, ha affermato: «Il
contrario della pace non è la guerra, ma l'egocentrismo». Papa
Francesco aiuta le donne e gli uomini del nostro tempo a uscire da una
dimensione spaventata e centrata su di sé. Lo fa chiedendo di
rivolgersi prima di tutto ai periferici della società. Ha portato i
poveri al centro della Chiesa, ma ha anche insegnato l'esodo da sé
stessi, fiduciosi che si possa costruire un mondo più umano. In questa
età della paura e dei rinascenti odi, Francesco invita a credere nella
Pasqua di Risurrezione, che dà vita e speranza.
Proprio oggi che prevalgono gli egoismi, il Papa ci chiede di "uscire" per incontrare i poveri
Da un'editoriale di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana
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Proprio oggi che prevalgono gli egoismi, il Papa ci chiede di "uscire" per incontrare i poveri
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