Le periferie segnate dall'abbandono sono invece il luogo da cui dipende la qualità umana delle nostre città
A Via Forìa, nel cuore di Napoli, un ragazzo di 17 anni è stato aggredito a coltellate da una baby gang. Non è un caso unico. Si può spiegare la vicenda, dicendo che, nella città partenopea, il degrado è profondo e che la camorra è stata una scuola per troppi ragazzi. Ma questa spiegazione non è sufficiente. La situazione di Napoli è ben illustrata nelle pagine del nostro giornale: è particolare, ma non unica in Italia e al mondo. I ragazzi sono la parte più fragile del tessuto sociale delle periferie o dei quartieri degradati (periferici anch’essi, pure se al centro). La nostra attenzione, distratta dai fuochi d’artificio prima della campagna elettorale, deve concentrarsi su un tema da cui dipende la qualità umana delle nostre città: le periferie e i periferici. Renzo Piano ha proposto di passare a una fase nuova di “rammendo” delle periferie. Ma ammonisce a proposito di queste: “se non diventeranno città allora saranno guai grossi”. E i guai si cominciano a vedere. Le periferi...