Passa ai contenuti principali

I credenti e il voto, il Vangelo resta fuori dalle scelte

Di fronte all'esito del voto in Italia, Andrea Riccardi si pone la questione della distanza tra quanto espresso dalla maggioranza della gente e le parole e l'impegno della Chiesa, del papa, della Conferenza Episcopale Italiana. Le divergenze tra sentimenti ed emozioni, la necessità di una cultura a sostegno della fede, sono questioni che vanno oltre il voto, ma su cui è opportuno soffermarsi a riflettere. 
Un editoriale di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana

Le parole di Bergoglio sui migranti sono state ignorate dalla maggior parte degli elettori. Le elezioni politiche italiane hanno dato un risultato incerto. La presenza di tre blocchi non consente una maggioranza omogenea. Su questo, nei giorni passati, sono intervenuti molti commentatori e politici. Ma c'è un aspetto trascurato, anche se non così urgente politicamente: il problema posto alla Chiesa dal voto.
Quale impatto ha avuto il suo messaggio sugli orientamenti della gente? Certo, non lo si misura principalmente con il voto, ma nemmeno è un aspetto da trascurare. Balza agli occhi come il messaggio di papa Francesco e della Chiesa sugli emigrati e i rifugiati non sia stato recepito da una fetta maggioritaria dell'elettorato, anche se tra i comportamenti personali e la scelta elettorale non c'è sempre coerenza. Il "sovranismo", Italia first - direbbe Trump - professato apertamente da una parte della destra, non si concilia con la globalizzazione della solidarietà e l'integrazione europea su cui Francesco ha insistito.
La rabbia e la paura, espresse dal voto, non sono i sentimenti che Bergoglio ha predicato di fronte all'altro e al mondo globale. Non voglio però interpretare le elezioni come un test sull'insegnamento della Chiesa. Tuttavia bisogna riflettere in che misura taluni messaggi diventino cultura e vita del popolo cattolico. Il risultato elettorale avvicina l'Italia al sentire dei Paesi dell'Est. In alcuni di essi è rilevante il peso di Chiese, però, non troppo in sintonia con il messaggio papale sui migranti. Si può dire che il risultato elettorale manifesti uno scollamento dell'idea d'Italia degli elettori da quella solidale del Papa o pacata della Cei e infine della maggioranza dei vescovi.
Eppure la Chiesa non è lontana dalla vita della gente ed è in contatto con i suoi sentimenti. Non è vera la rappresentazione, talvolta affiorata nella campagna elettorale, di vertici episcopali "solidali" e di un popolo cattolico che va in altro senso. Il problema è un altro. Le grandi culture popolari italiane di ieri si sono infrante con la globalizzazione e la fine delle ideologie: la gente è sola di fronte alla televisione e ai social in una stagione dominata dalle emozioni. Infatti il voto oggi è molto emozionale. Giovanni Paolo II, nel 1982, disse: «Una fede che non diventa cultura è una fede non pienamente accolta, non interamente pensata, non fedelmente vissuta».
C'è un ricco vissuto cristiano di solidarietà, di amicizia sociale e di fede. La grande sfida è far emergere da questa realtà una cultura di popolo, capace di sostenere atteggiamenti personali ispirati dal Vangelo. Non si tratta soltanto di un mondo di fedeli, emotivo e volatile, ma anche di offrire al Paese uno spazio di vissuto umano e una cultura umanistica.

Su questo tema Andrea Riccardi è tornato anche in un articolo su L'Espresso

Commenti

Post popolari in questo blog

Solo il cardinale Matteo Zuppi sta cercando davvero la pace

Il cardinale Matteo Zuppi ricevuto dal metropolita Antonij, presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca  La Santa Sede non rompe mai le relazioni, specie in tempo di crisi, e si sforza di "umanizzare la guerra" La situazione in Ucraina, con una guerra quasi al terzo anno e l'inverno alle porte, si annuncia difficile. La resistenza ucraina, appoggiata dagli occidentali, non può bloccare il processo di decomposizione della società, anche a seguito di gravi distruzioni causate dai bombardamenti russi, con l'esodo all'estero di 7 milioni di ucraini. Il popolo sta pagando un prezzo enorme e non si vede la fine.  Intanto, in Russia, a Kazan, si sono riuniti, presieduti da Putin, i Brics cui partecipano Brasile, Cina, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, India, Iran e altri. Nonostante non ci sia unanimità, la riunione a Kazan mostra che la Russia di Putin non è isolata. I governi occidentali - scrive Salvatore Settis s...

I corridoi lavorativi: modello di accoglienza e buon senso

Sono un modo sicuro per integrare i rifugiati e avere la manodopera di cui abbiamo bisogno La sorpresa è venuta dalla società italiana: a fronte dei 151.000 posti messi in palio dal decreto flussi (non stagionali), le domande degli italiani sono state oltre 690.000. Una massa di richieste a dimostrazione dell'enorme bisogno di manodopera in quasi tutti i settori. La decrescita demografica rende urgente cercare manodopera all'estero.  La paura e l'allarmismo hanno paralizzato la politica che non ha trovato una soluzione ragionevole. I Governi della Ue sono immobilizzati dallo spirito del tempo: paura dei migranti e idea che ognuno debba fare da sé.  Ma i dati parlano chiaro: l'economia europea ha bisogno di manodopera, ma soprattutto l'inverno demografico rende sempre più urgente un rimedio. In Italia c'è forte inquietudine: secondo i dati dell'Istituto Cattaneo, dovremo andare a cercare gli immigrati, pena il crollo dell'economia perché per cinque pens...

La guerra non è inevitabile e il mondo non si deve rassegnare

Papa Francesco entrando all'Arena di Verona saluta Andrea Riccardi  È la costante profezia del Papa: per realizzarla, bisogna investire tutti su diplomazia e dialogo Papa Francesco ha presieduto, sabato 18 maggio, all'Arena di Verona, l'incontro Giustizia e pace si baceranno . L'"Arena di Pace", nata nel 1986, ha avuto sei edizioni. Due nel 1991, il periodo della prima guerra del Golfo, che segnò la massima mobilitazione per la pace. Dal 2003 questo evento non si teneva più.  Negli ultimi due decenni il movimento della pace ha coinvolto meno persone. Resta ancora in Italia un tessuto importante di realtà associative, ma complessivamente il tema della pace è uscito dal dibattito pubblico. Sembra un paradosso, si parla meno di pace proprio quando l'Europa si trova di fronte a un grave conflitto che, a partire dall'aggressione russa, sta dilaniando l'Ucraina. Si aggiunge la drammatica situazione in Terra Santa: l`aggressione terroristica d'Israe...