Europa e democrazia sono sinonimi, afferma Andrea Riccardi. Eppure perchè questo si realizzi c'è bisogno di una leadership capace di esprimere una visione. Tra Germania e Francia oggi si muove qualcosa.
Nonostante sia meno potente della Germania, la Francia ha ormai un ruolo di primo piano in un'Europa senza leader? È la sensazione diffusa nel nostro continente, mentre l'Italia attende il nuovo Governo. Eppure, mai come oggi, con la crisi in Siria, la perdurante guerra in Ucraina e le sfide interne all'Unione, c'è bisogno di una leadership europea.
Infatti, mentre i Paesi di Visegràd (la cooperazione tra Polonia, Ungheria, Slovacchia e Cechia) hanno una politica non coincidente con l'Europa occidentale, si va profilando un'iniziativa degli Stati nordici, baltici, dell'Irlanda e dell'Olanda che chiedono maggiore responsabilità nazionale sui bilanci, prendendo le distanze dall'asse franco-tedesco.
Oggi la cancelliera Merkel tiene un profilo più basso sulle questioni europee rispetto al precedente mandato, quando Berlino era il crocevia di tante politiche. Forse la situazione si evolverà, tuttavia ora va notato come, nel vuoto, stia crescendo la leadership del presidente francese Emmanuel Macron, anche per la qualità della sua proposta.
Macron ha la forza di una visione. Si qualifica come un grande leader europeo, anche se la Francia non ha la forza della Germania e deve agire sempre in connessione con Berlino. Parlando al Parlamento europeo di Strasburgo, il presidente francese ha criticato i Paesi europei: «A volte i nostri egoismi nazionali sembrano più importanti di quello che ci unisce di fronte al resto del mondo». L'Europa è ben di più di un rissoso condominio. È unita dalla fiducia nella democrazia che ha salde radici nelle istituzioni e nella cultura del continente. Non è poco, in un mondo in cui le democrazie sono sempre meno e sempre più fragili. Macron, con coraggio, ha detto a Strasburgo: «Di fronte all'autoritarismo che ci circonda ovunque, la risposta non è la democrazia autoritaria ma l'autorità della democrazia».
Europa e democrazia sono sinonimi, perché l'unificazione europea è nata dall'orrore della Seconda guerra mondiale. La crescita della democrazia richiede società forti, mentre il tessuto sociale di tanti Paesi si va slabbrando. Per questo è stato significativo l'incontro di Macron, alla testa di uno Stato laico, con i vescovi francesi al Collège des Bernardins a Parigi. Qui, in modo innovativo, il presidente ha riconosciuto l'importante ruolo della Chiesa nella società francese. Emmanuel Macron ha chiarito la sua prospettiva, che sollecita non solo i responsabili politici, ma anche quelli della Chiesa: «Dobbiamo costantemente sottrarci alla tentazione di agire come semplici gestori di quello che ci è stato affidato». Per uscire dalla crisi, non bastano gestori: ci vogliono visioni e leadership! È vero in Europa, in Italia, ma anche nella nostra società e nella Chiesa.
Editoriale di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana del 29 aprile 2018
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Nonostante sia meno potente della Germania, la Francia ha ormai un ruolo di primo piano in un'Europa senza leader? È la sensazione diffusa nel nostro continente, mentre l'Italia attende il nuovo Governo. Eppure, mai come oggi, con la crisi in Siria, la perdurante guerra in Ucraina e le sfide interne all'Unione, c'è bisogno di una leadership europea.
Infatti, mentre i Paesi di Visegràd (la cooperazione tra Polonia, Ungheria, Slovacchia e Cechia) hanno una politica non coincidente con l'Europa occidentale, si va profilando un'iniziativa degli Stati nordici, baltici, dell'Irlanda e dell'Olanda che chiedono maggiore responsabilità nazionale sui bilanci, prendendo le distanze dall'asse franco-tedesco.
Oggi la cancelliera Merkel tiene un profilo più basso sulle questioni europee rispetto al precedente mandato, quando Berlino era il crocevia di tante politiche. Forse la situazione si evolverà, tuttavia ora va notato come, nel vuoto, stia crescendo la leadership del presidente francese Emmanuel Macron, anche per la qualità della sua proposta.
Macron ha la forza di una visione. Si qualifica come un grande leader europeo, anche se la Francia non ha la forza della Germania e deve agire sempre in connessione con Berlino. Parlando al Parlamento europeo di Strasburgo, il presidente francese ha criticato i Paesi europei: «A volte i nostri egoismi nazionali sembrano più importanti di quello che ci unisce di fronte al resto del mondo». L'Europa è ben di più di un rissoso condominio. È unita dalla fiducia nella democrazia che ha salde radici nelle istituzioni e nella cultura del continente. Non è poco, in un mondo in cui le democrazie sono sempre meno e sempre più fragili. Macron, con coraggio, ha detto a Strasburgo: «Di fronte all'autoritarismo che ci circonda ovunque, la risposta non è la democrazia autoritaria ma l'autorità della democrazia».
Europa e democrazia sono sinonimi, perché l'unificazione europea è nata dall'orrore della Seconda guerra mondiale. La crescita della democrazia richiede società forti, mentre il tessuto sociale di tanti Paesi si va slabbrando. Per questo è stato significativo l'incontro di Macron, alla testa di uno Stato laico, con i vescovi francesi al Collège des Bernardins a Parigi. Qui, in modo innovativo, il presidente ha riconosciuto l'importante ruolo della Chiesa nella società francese. Emmanuel Macron ha chiarito la sua prospettiva, che sollecita non solo i responsabili politici, ma anche quelli della Chiesa: «Dobbiamo costantemente sottrarci alla tentazione di agire come semplici gestori di quello che ci è stato affidato». Per uscire dalla crisi, non bastano gestori: ci vogliono visioni e leadership! È vero in Europa, in Italia, ma anche nella nostra società e nella Chiesa.
Editoriale di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana del 29 aprile 2018
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