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Al Tayyeb, l'imam che ha costruito la svolta di Abu Dhabi

La crescente intesa e l'amicizia tra il Grande imam e papa Francesco, 82 anni, è compresa tra due date (il 23 maggio 2016 e il 3 febbraio 2019), suggellata da altri tre incontri, uno dei quali, quello del 28 aprile 2017, svoltosi al Cairo, durante la Conferenza internazionale per la pace organizzata ad al-Azhar.

L'incontro tra il Papa e Al Tayyeb, Grande imam di al-Azhar (la più importante università islamica sunnita) ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, è un fatto storico. Entrambi, alla presenza di ebrei, cristiani e leader delle religioni orientali, hanno firmato un impegnativo documento sulla "Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune". Il testo arriva dopo la sofferta storia del rapporto tra cristianesimo e islam negli ultimi decenni. Questa vicenda è stata segnata dallo «scontro di civiltà e di religione», dal terrorismo, dalla diffidenza, dall'emigrazione che ha portato i fedeli dell'una religione ad abitare nella terra dell'altra. Ormai musulmani e cristiani vivono insieme ovunque. Lo si vede in Italia. Ma anche tanti emigrati cristiani vivono nei Paesi arabi, come si è notato ad Abu Dhabi nella Messa celebrata dal Papa alla presenza di oltre 170 mila cattolici (dei 900 mila negli Emirati). Il percorso della Chiesa si è mosso dal Vaticano II ad Assisi nel 1986, quando Giovanni Paolo II con intuizione geniale convocò i leader delle religioni mondiali a pregare per la pace, fino ad Abu Dhabi. Qui Francesco ha tenuto un coraggioso discorso, aperto al dialogo, ma chiaro sul doveroso distacco delle religioni dalla guerra e dalla violenza, proponendo di "smilitarizzare i cuori". Per la Chiesa, il problema del rapporto con l'Islam, specie sunnita, è individuare interlocutori rappresentativi. Il mondo sunnita pullula di leader, proclamatisi tali, spesso senza una tradizione di studi. È un problema anche per l`islam. Al-Tayyeb lo sente molto. Per questo ha ridato autorevolezza e autonomia alla sua università che, dal 1961, per opera di Nasser, finì sotto il controllo statale egiziano. Il Grande imam è una figura particolare: proviene da una famiglia di sufi, mistici, legati a una confraternita popolare di Luxor. Divenuto gran muftì d`Egitto, si è dimesso per non validare le sentenze di morte. È ostile ai Fratelli musulmani e ha passato un periodo difficile, quando questi erano al potere in Egitto. Ha una posizione dura sullo Stato d'Israele. Tuttavia ha compiuto un percorso che l'ha visto aprirsi e incontrare spesso i cristiani e partecipare alle riunioni nello "spirito di Assisi".
Al-Tayyeb è convinto che il mondo musulmano non possa vivere in modo autosufficiente, ma debba collaborare con le altre religioni, riconoscendo anche nei Paesi islamici - il loro diritto alla libertà (come emerge dal testo sottoscritto con il Papa). Con pazienza ha perseguito la riaggregazione dei musulmani attorno al Consiglio musulmano degli anziani, da lui guidato, aperto anche agli sciiti (che, a differenza dei sunniti, hanno una gerarchia religiosa). Non si può dire che Al-Tayyeb rappresenti tutto il mondo sunnita, ma la sua leadership oggi è la più autorevole. Il Papa ha investito nel rapporto personale con lui. Anche il mondo musulmano ha una storia e cambia. L'incontro di Abu Dhabi mostra come, tra i musulmani, sia penetrato lo spirito di Assisi, tanto da invitare esponenti di religioni considerate dall`islam come "politeiste", quali quelle asiatiche. Favorisce una più larga libertà ai non
musulmani nei Paesi islamici. Il fatto è importante per la vita dei cristiani (si ricordi che in Arabia Saudita, dove sono due milioni, è proibito ogni atto di culto non musulmano). C'è chi ha espresso scetticismo sul testo di Abu Dhabi considerandolo uno dei tanti documenti firmati con solennità e poi destinato a essere sepolto negli archivi. È un rischio. Ma la recezione tra la gente dei suoi contenuti dipende dall'accoglienza nel mondo cristiano e musulmano e dall`impegno a spiegarli. Reggerà la leadership di Al-Tayyeb o la gelosia dei poteri politici verso la sua autorità internazionale lo indebolirà? Sono convinto che questo testo va conosciuto e reso popolare. Il documento vuole rispondere all'interrogativo che in tanti ci poniamo: come vivere insieme nella diversità e nel rispetto dell'altro? Proprio per questo è una proposta di "convivenza comune". 

VAI al documento sulla "Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune"
 (articolo apparso su Famiglia Cristiana del 17/2/2019)


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