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Un'Italia migliore in un'Unione più ampia





È stato creato un sistema unico al mondo di diritti e garanzie per le persone: non possiamo perderlo

L’Unione europea è un grande valore. Stiamo attenti a non metterla in crisi e a non disperdere l`eredità della generazione che ha vissuto la Seconda guerra mondiale e che ha cominciato a costruire un futuro insieme fino al livello dell`attuale integrazione e protezione dei cittadini. Mi preoccupa soprattutto la generazione più giovane che si troverà a vivere nei marosi del mondo globale. Avrà alle spalle la grande e solida rete dell`Unione europea o questa rete si andrà sfilacciando nel disinteresse degli europei? L'Unione, in un certo senso, è come la pace: ci si accorge del suo valore solo quando la si smarrisce. L'Unione ha creato un sistema di diritti e garanzie per le persone che non ha eguali nel mondo. Quando si viaggia fuori dal nostro continente e si vedono le tante e differenti realtà politico-sociali, si misura direttamente il livello di sicurezza e protezione di cui godiamo noi europei. Lo slogan elettorale di Macron, «L'Europa ci protegge» (anche se la sua presidenza si è un po' appannata), conserva una sua efficacia espressiva. L'Unione protegge tutti i cittadini europei. Non deve stupire che la protezione si estenda anche ai non europei richiedenti asilo e rifugiati nei Paesi europei. La Corte europea di giustizia ha dichiarato, qualora ci sia la possibilità di persecuzione, tortura o pena di morte, il divieto di rimpatrio per richiedenti asilo o rifugiati, cui - dopo condanna definitiva - sia stata revocata la protezione internazionale. Altrimenti sarebbe un'incongruenza. Cosa cambia nella legislazione italiana? Con il Decreto sicurezza, divenuto legge nel 2018, sono aumentati i reati che provocano il diniego o il ritiro della protezione umanitaria. Non si potrà espellere però chi rischia trattamenti inumani o degradanti. Allora l'Europa non ci protegge, perché lascia sul suo territorio persone che hanno infranto la legge e sono state condannate, invece di rimpatriarle nel loro Paese d`origine? La sentenza della Corte europea mostra come l`Europa non intenda esporre chi risiede sul suo territorio a rischi gravi per la vita. Questo fa parte di un sistema complessivo e coerente che garantisce - prima di tutto e con una vasta estensione - tutti i cittadini europei. C'è una coerenza di giustizia da salvare, se si vuole che il sistema funzioni. E c'è un senso di equità e di attenzione alla vita umana da ammirare. Forse siamo chiamati a divenire più consapevoli della chance di essere cittadini dell’Unione europea. Quello che oggi mi preoccupa in Italia - lo ribadisco - non sono gli immigrati o i rifugiati (tutt'altro che un'invasione!), ma il numero crescente di italiani, giovani e adulti, che se ne vanno! Un brutto segno. Non credono più al nostro futuro? Il nostro non è un Paese al tramonto: ha tante risorse umane, economiche, culturali, storiche, ambientali... Ma dipende da noi: dall'impulso che sapremo dare alla vita nazionale, liberandoci da una conflittualità emotiva, logorante e quotidiana, nutrendo una visione costruttiva di un'Italia migliore in un'Europa più larga. Perché un'Italia migliore e più sicura ha bisogno dell'Europa. 

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