Ursula von der Leyen nel 2015 con la Comunità di Sant'Egidio di Catania incontra i migranti |
Clima, economia, immigrazione: temi chiave su cui la presidente ha mostrato una visione di ampio respiro
Non è stato semplice arrivare alla formazione della Commissione europea di Ursula von der Leyen. Ci sono voluti mesi per comporre le volontà dei partiti e degli Stati. Oggi però abbiamo una Commissione con una visione del futuro illustrata dal discorso della presidente al Parlamento europeo il 27 novembre scorso.
Forse molti non avranno seguito i quattro mesi necessari per arrivare al risultato. Qualcuno ironizzerà sui tempi lunghi. Non è facile mettere insieme la sensibilità di ventotto Stati (la Gran Bretagna sta per andarsene). Ma è l'Unione! Una grande democrazia. Le critiche al meccanismo complesso vengono dal culto dell'immediatezza, della democrazia diretta, che ha tanto il sapore del populismo. La democrazia europea è una costruzione salda e complessa, trasparente, capace di produrre una visione politica per i prossimi cinque anni.
La presidente ha composto una Commissione che «rappresenta culture, Paesi e contesti diversi e riunisce diversi colori politici»; ha messo in luce il ruolo dell`Europa, «potenza responsabile», come «forza a favore della pace e del cambiamento». L'Unione avrà una politica costruttiva e di dialogo «in questo mondo instabile», in cui «sono troppi i poteri che parlano esclusivamente il linguaggio
dello scontro e dell'unilateralismo», ha detto. Una simile politica è frutto della natura democratica e composita dell`Unione. Non significa però debolezza. La von der Leyen, infatti, ha evidenziato come l'Europa sia una forza. Questo va fatto notare a quanti confondono l'aggressività con la forza: «Siamo la prima potenza commerciale mondiale... il principale esportatore mondiale di manufatti e servizi... la maggior fonte e destinazione mondiale di investimenti». L'Europa non è trascurabile, ma è un "gigante" nel quadro internazionale. Una forza con una visione di lungo periodo.
Tanti i capitoli di questa visione: la politica della protezione del clima («Abbiamo il dovere di agire e il potere di assumere la guida»), l'Agenzia europea per la cybersicurezza, lo sviluppo sostenibile e l'economia sociale di mercato, l'agricoltura («elemento prezioso della nostra cultura e del nostro futuro»). Non potevano mancare i rifugiati e gli immigrati con l'impegno di lotta contro i trafficanti di esseri umani. Due princìpi: la solidarietà con chi soffre e la responsabilità.
L'invito è superare le divisioni tra Stati sul tema migratorio e rispondere in modo comune a una «sfida condivisa». La presidente ha parlato di rafforzare il partenariato con i Paesi d`origine dei migranti, ma sarebbe stata opportuna una parola in più sull'Africa, continente così legato all'Europa per tanti aspetti.
Nel suo discorso, ci sono tutte le premesse per una politica di ampio respiro. Questa è la democrazia europea, non la rissa quotidiana o la dipendenza dai sondaggi. È la politica di un "gigante" complesso, di tanti Paesi e culture, che si muove unito nella storia del nostro tempo.
Questa è la nostra sicurezza contro ogni paura e nelle oscillazioni dell`economia e della politica internazionale di un mondo tanto grande e inquieto.
Editoriale di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana dell'8/12/2019
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