Angela Merkel e Emmanuel Macron lanciano la proposta del Recovery-Fund - Foto Bundesregierung/Stein |
La regolarizzazione dei lavoratori stranieri è stata accettata. E l'UE viene vista come un'ancora di salvataggio
La regolarizzazione dei lavoratori agricoli, di badanti, colf e baby sitter, intrapresa dal Governo, è un provvedimento che viene incontro all'esigenza di giustizia verso questa parte della popolazione, ma anche ai bisogni della società italiana e alla logica di sicurezza sanitaria, imposta dalla pandemia, verso chi vive ai margini di ogni controllo.
La maggioranza ha proceduto a questo passo con qualche timore per la consolidata opinione che la maggior parte degli italiani fosse contraria al provvedimento, considerato un cedimento all'"invasione" degli stranieri. Ci si aspettavano reazioni dure. Dieci mesi fa e ancor meno forse sarebbe stato così. Un'abile propaganda avrebbe rilanciato il motivo: "prima gli italiani". Oggi non è stato così: la regolarizzazione è stata accolta positivamente.
Nel passaparola della politica si dice da tempo che "gli immigrati fanno perdere voti". I Governi di Centrosinistra, per questo timore, non hanno concluso una legge che riconosca la cittadinanza dei bambini nati in Italia, figli di immigrati, con un ciclo scolastico alle spalle.
Qualcosa però è cambiato in profondità nel sentire italiano dopo l'esperienza del Covid-19. Lo si è visto su un tema "caldo" come quello degli stranieri. C'è stato un atteggiamento ragionevole sulla necessità di lavoratori agricoli, avanzata dal mondo dei coltivatori, come verso i bisogni della famiglia. Tutti si sono resi conto che gli stranieri non portano via il lavoro agli italiani. La verità è che lo spettro dell'invasione è stato pompato e occulta i reali problemi della gente.
Gli italiani, dopo il Covid-19, hanno visto con più chiarezza che i loro problemi sono altri: il futuro, la ripresa economica, il lavoro. Si tratta di preoccupazioni fondate, più che di emozioni contro qualcuno, con cui esorcizzare la paura del futuro. Siamo in una situazione difficile e i bisogni delle persone, dei giovani e delle famiglie sono tanti. C'è una diffusa domanda di governare in modo serio, facendo arrivare un minimo di benefici concreti alla gente.
Si capisce che l'Italia non può affrontare una crisi mondiale da sola. Anche nei confronti dell'Unione europea gli italiani hanno un atteggiamento diverso dal passato. Non si grida più di uscire dall'Unione o dall'euro. Da un sondaggio BVA Doxa, esce un ritratto informato e partecipe degli italiani sull'Ue, anzi essi avanzerebbero - il 58% degli intervistati - una richiesta di boicottaggio dei prodotti dell`Olanda, contraria a aiutare Italia e Spagna.
Il Recovery-fund di 500 miliardi di euro verso i Paesi colpiti del Sud dell'Unione, previsto dalla proposta Macron-Merkel, ha spiazzato l'opposizione sovranista, che ha avanzato idee irrealizzabili. Gli italiani, guardando ai problemi reali, considerano l'Europa un ancoraggio sicuro per la ripresa e domandano molto alle sue istituzioni.
Lentamente sta maturando la consapevolezza che l'Italia non può avanzare sola in mezzo alle sfide, alle opportunità e alle insidie del mondo globale. È il segno di un modo realista di guardare alla politica almeno di una buona parte degli italiani. Sta al Governo raccogliere questa attenzione e fiducia per non deludere il Paese.
Editoriale di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana del 31/5/2020
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