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L'alleanza Italia-Francia può riformare e rilanciare l'Europa

Da Foto Quirinale


Dopo il Recovery Plan, ora l'obiettivo è cambiare i Trattati per dare un volto federale al continente

La visita di Stato del presidente Sergio Mattarella in Francia ha avuto molta solennità. Si è trattato di un tributo del presidente Macron a una personalità molto considerata a Parigi. Solo due anni fa i rapporti tra Italia e Francia erano tesissimi, provocando il richiamo dell'ambasciatore francese a Roma, fatto mai avvenuto dal dopoguerra. Da allora hanno lavorato numerosi pontieri tra Parigi e Roma. 

Molte cose sono cambiate, ma una è rimasta: la convinzione francese che Mattarella sia la personalità italiana che abbia trattenuto l'Italia dall'allontanarsi dall'amicizia storica con Parigi. Il canale tra Eliseo e Quirinale è sempre stato aperto. Il progetto di trattato di cooperazione rafforzata (Traité du Quirinal, lo chiamano in Francia) è stato tenuto in vita. Questo è stato uno dei principali argomenti discussi dai due presidenti, assieme ad altre questioni come la risposta alla pandemia e il piano europeo di mutua assistenza, basato su una forma di debito comunitario, prima ritenuto impossibile. 

Senza il saldo accordo Roma-Parigi non si sarebbe convinta la Germania, e di conseguenza gli altri Paesi "frugali", ad accettare il Recovery Plan europeo. È un fatto politico di primaria importanza che dimostra la necessità di equilibrare il motore franco-tedesco dell'Unione con un'alleanza italo-francese.

 Roma e Parigi possono ridare all'Europa quell'indirizzo sociale che la Commissione ebbe alla fondazione, ripartendo con il processo di riforma dei Trattati in senso federale. Macron e Mattarella hanno sottoscritto l'idea che l'attuale Conferenza sull'Europa abbia come sbocco la ripresa del processo di riforma dei Trattati. Mattarella, alla Sorbona, ha notato come quindici anni di immobilismo sono troppi. Ha mostrato di aver voluto fortemente la visita, sottolineando che è il suo primo viaggio all'estero dopo la pandemia. Secondo il nostro presidente, il legame tra Italia e Francia è "unico". I francesi si sono dimostrati grati per tale definizione, offrendogli una visita di altissimo livello. Dal punto di vista operativo emerge anche la proposta di servizio civile congiunto per far collaborare ragazzi italiani e francesi. 

La nuova presidenza statunitense è un'occasione per nuove relazioni euro-atlantiche. Non va dimenticato che la Francia ha sempre imputato all'Italia di essere troppo filoamericana: un'intesa bilaterale sulle relazioni transatlantiche è un passo importante. Sulla Libia, i due Paesi erano su fronti opposti, ma ora Macron vuole europeizzare la politica africana e mediorientale, scegliendo l'Italia come partner principale. L'accordo franco-italiano su Tripoli muta lo scenario. L'idea francese è lanciare, con il proprio semestre di presidenza europea di inizio 2022, una nuova visione euroafricana in cui l'Italia è chiamata a essere protagonista. 

Fedeli alle intuizioni dei padri fondatori d'Europa, Francia e Italia possono darsi il compito di vivificare lo spirito unitivo europeo, per un progresso, oltre le sole compatibilità economiche, basato sull'umanesimo del nostro continente. Davanti alle sfide del mondo globale i Paesi europei non possono avanzare da soli. Italia e Francia cominciano a camminare in avanti, non in funzione antitedesca, ma assumendosi assieme alcune responsabilità, come nel continente africano.


Editoriale di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana del 18/7/2021






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