Passa ai contenuti principali

David Sassoli: un politico cristiano figlio del Concilio


Foto del 9/5/2020 in occasione della Festa dell'Europa - Foto di DAINA LE LARDIC © European Union 2020 - Source : EP

La sua era una fede incarnata nella storia: ha portato la sua carica ideale nel giornalismo e nelle istituzioni

La morte di David Maria Sassoli ha suscitato un dolore largo e condiviso in Italia. Molti si sono chiesti perché nel nostro Paese non ci siano quasi più politici cattolici. Ricordare Sassoli è un omaggio a lui, così sensibile all'Europa, alla causa dei migranti, ma anche ai problemi nazionali (Mario Monti ha scritto che, senza di lui, non ci sarebbe stata l'approvazione europea del Piano di ripresa e resilienza).

Ricordare la storia di Sassoli testimonia come "nasce" un politico cristiano, non confessionale, perché David era laico nel senso profondo della parola: aperto alla storia e disponibile agli altri di diverso sentire. Ho conosciuto David da giovane, aveva qualche anno meno di me. Ha studiato al mio stesso liceo di Roma, il Virgilio. Conoscevo il suo ambiente e la famiglia. Suo padre, Domenico, pure giornalista, era cresciuto nella Firenze di La Pira, legato a don Milani, amico di padre Turoldo, «poeta, profeta, disturbatore delle coscienze... amico di tutti gli uomini», come diceva il cardinale Martini. Figure che trasmettevano un'inquietudine evangelica e il gusto dell'impegno. Il sindaco La Pira, amico della "povera gente"; impegnato nel dialogo e per la pace, mostrava come la politica, anche in un Comune, potesse fare cose grandi. 

Da giovane, Sassoli aveva frequentato un gruppo vivace e intelligente attorno a Paolo Giuntella: letture dei grandi del cattolicesimo e di spiriti inquieti, incontri con personalità come Bachelet e Moro. Era il clima degli anni Settanta, dopo il Concilio, quando il popolo di Dio si incontrava in comunità, gruppi spontanei, nati dalla voglia di vivere e lavorare insieme. Aveva 18 anni, quando - per scelta del vicario Poletti - si tenne il grande convegno sui mali di Roma e le sue periferie, in cui parlava chi voleva, sentendosi a casa nella Chiesa. 

David conobbe la Roma dei poveri. Si sentiva in lui la lezione di Pietro Scoppola, che spingeva a immergersi nella storia contemporanea e a vivere la fede nella storia. Potrei aggiungere tanti particolari, perché la mia storia si è svolta vicino al mondo di David. 

Vorrei dire che lui, come uomo, politico, cristiano, padre e marito, viene dal grembo della Chiesa di popolo, viva, libera e impegnata, figlia del Concilio. Non da corsi di formazione politica. Non da un cristianesimo clericale e un po' asfittico in cui non si discute e si pensa poco. David è figlio di quella corrente vitale che, tra sogni e dibattiti, l'ha plasmato. È stato un uomo simpatico, non un cattolico noioso: la sua simpatia è figlia di un atteggiamento conciliare verso le persone e il mondo. Simpatico, ma esigente e lavoratore, ha portato la sua carica ideale nel giornalismo e in politica. 

L'apprezzamento di personalità varie del mondo europeo mostra come la simpatia, la concretezza e le idealità di Sassoli avessero toccato molti. Insegnava Scoppola: «Dobbiamo accettare di vivere un poco a cielo aperto, sotto le stelle». Questo piaceva a David, che era stato scout e amava il rischio di andare lontano. Il suo non era un cristianesimo "parcheggiato", come dice Francesco. Aveva ricevuto una bussola fin dagli anni della sua giovinezza e andava avanti. 

Sì, David Sassoli è stato un politico cristiano, non nato in un laboratorio, ma cresciuto nella storia, animato da un soffio che non si improvvisa. Forse oggi il nostro cristianesimo è un po' smorto e non genera uomini e donne così. Ma tutto può cambiare! 


Editoriale di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana del 23/1/2022




Commenti

Post popolari in questo blog

Solo il cardinale Matteo Zuppi sta cercando davvero la pace

Il cardinale Matteo Zuppi ricevuto dal metropolita Antonij, presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca  La Santa Sede non rompe mai le relazioni, specie in tempo di crisi, e si sforza di "umanizzare la guerra" La situazione in Ucraina, con una guerra quasi al terzo anno e l'inverno alle porte, si annuncia difficile. La resistenza ucraina, appoggiata dagli occidentali, non può bloccare il processo di decomposizione della società, anche a seguito di gravi distruzioni causate dai bombardamenti russi, con l'esodo all'estero di 7 milioni di ucraini. Il popolo sta pagando un prezzo enorme e non si vede la fine.  Intanto, in Russia, a Kazan, si sono riuniti, presieduti da Putin, i Brics cui partecipano Brasile, Cina, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, India, Iran e altri. Nonostante non ci sia unanimità, la riunione a Kazan mostra che la Russia di Putin non è isolata. I governi occidentali - scrive Salvatore Settis s...

I corridoi lavorativi: modello di accoglienza e buon senso

Sono un modo sicuro per integrare i rifugiati e avere la manodopera di cui abbiamo bisogno La sorpresa è venuta dalla società italiana: a fronte dei 151.000 posti messi in palio dal decreto flussi (non stagionali), le domande degli italiani sono state oltre 690.000. Una massa di richieste a dimostrazione dell'enorme bisogno di manodopera in quasi tutti i settori. La decrescita demografica rende urgente cercare manodopera all'estero.  La paura e l'allarmismo hanno paralizzato la politica che non ha trovato una soluzione ragionevole. I Governi della Ue sono immobilizzati dallo spirito del tempo: paura dei migranti e idea che ognuno debba fare da sé.  Ma i dati parlano chiaro: l'economia europea ha bisogno di manodopera, ma soprattutto l'inverno demografico rende sempre più urgente un rimedio. In Italia c'è forte inquietudine: secondo i dati dell'Istituto Cattaneo, dovremo andare a cercare gli immigrati, pena il crollo dell'economia perché per cinque pens...

La guerra non è inevitabile e il mondo non si deve rassegnare

Papa Francesco entrando all'Arena di Verona saluta Andrea Riccardi  È la costante profezia del Papa: per realizzarla, bisogna investire tutti su diplomazia e dialogo Papa Francesco ha presieduto, sabato 18 maggio, all'Arena di Verona, l'incontro Giustizia e pace si baceranno . L'"Arena di Pace", nata nel 1986, ha avuto sei edizioni. Due nel 1991, il periodo della prima guerra del Golfo, che segnò la massima mobilitazione per la pace. Dal 2003 questo evento non si teneva più.  Negli ultimi due decenni il movimento della pace ha coinvolto meno persone. Resta ancora in Italia un tessuto importante di realtà associative, ma complessivamente il tema della pace è uscito dal dibattito pubblico. Sembra un paradosso, si parla meno di pace proprio quando l'Europa si trova di fronte a un grave conflitto che, a partire dall'aggressione russa, sta dilaniando l'Ucraina. Si aggiunge la drammatica situazione in Terra Santa: l`aggressione terroristica d'Israe...