Un Paese ormai in povertà cronica dopo la fine delle speranze alimentate dalle rivolte del 2019 Tredici seggi per l'opposizione, rappresentativa della contestazione popolare di tre anni fa: la maggior novità del recente voto in Libano. Così perde la maggioranza il blocco che la deteneva, Hezbollah e alleati. L'alleato cristiano (la corrente di Aoun, attuale presidente della Repubblica) fa mancare i seggi alla maggioranza. L'avversario del blocco sciita, il partito delle forze libanesi di Samir Geagea, passa da 15 a 18 seggi, diventando il primo partito cristiano. Come si dice in Libano, la crisi è "multidimensionale": crisi parlamentare; disfacimento economico-finanziario; pessima congiuntura regionale (guerra di Siria); indebolimento del tessuto comunitario; estremo disagio sociale e assenza dei tradizionali aiuti esterni. Peggiorano le cose dopo la pandemia e la guerra in Ucraina, da cui il Libano dipende per il grano a1l'80%. La vera crisi è interna: dal 20...
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