Passa ai contenuti principali

Più la guerra si inasprisce, più la pace diventa urgente

Kharkhiv 25/9/2022 - Foto Sant'Egidio

Si sente ripetere che non si può che combattere: falso. Chi crede preghi e dissenta dalla soffocante logica delle armi

Veramente la pace sembra perduta. Scorriamo le notizie per trovare qualche segnale positivo che indichi una via di soluzione. Ma non se ne trovano. Qualche volta si spera che qualcosa avvenga dietro le quinte. Cercare vie di pace non è cedere all'aggressione russa all'Ucraina, che più passa il tempo, più appare come brutale e inutile. E, come sottolineo da quasi dodici mesi, sono gli ucraini a pagarne in larga parte il prezzo, con morti, distruzioni, violenze subite. 

Infatti, nonostante la sua resistenza sorprendente (prima di tutto per i russi che non la prevedevano), l'Ucraina soffre tanto. Tra i Paesi più poveri d`Europa, ha perduto il 30% della sua economia, con 16 milioni di ucraini senza lavoro e 17,5 milioni che nel 2023 avranno bisogno di aiuti umanitari (peraltro, dopo lo slancio iniziale, in calo). Milioni di ucraini sono all'estero. Fino a quando durerà questo strazio? Non possiamo rassegnarci a che gli ucraini paghino un prezzo così alto. Tra l'altro, questa guerra, così brutale ma anche così particolare (in cui l'Ucraina non può attaccare in territorio russo), pone di fronte a un evidente rischio di allargamento. Basta un incidente. Molti suggeriscono che la Russia intende condurre una politica aggressiva su più vasto raggio per ricostruire parte dell'impero perduto: lo mostrerebbe la sospensione della partecipazione al Trattato sulla riduzione delle armi nucleari e la revoca di un decreto sulla sovranità della Moldavia nell'ambito della politica russa. D'altra parte, settori minoritari in Occidente pensano che la pace non sarà assicurata senza la caduta di Putin, cui mirerebbe questa guerra di autodifesa. Poco è chiaro, se non le tante vittime e i tanti dolori. 

Edgar Morin, forte dell`esperienza dei suoi 101 anni e della sua libertà di spirito, scrive: «Più la guerra si aggrava, più la pace è difficile e urgente. Evitiamo una guerra mondiale. Sarebbe peggio della precedente». C'è un blocco che noi cittadini comuni sentiamo molto. Ma lo sentono pure non pochi politici. Il blocco è che non si può fare altro che combattere. Scriveva Stefan Zweig alla vigilia della Seconda guerra mondiale: «Me ne stavo come tutti gli altri nella mia stanza, indifeso come una mosca, impotente come una lumaca, mentre era in gioco la mia vita e la mia morte... il mio futuro».

 Quando un conflitto comincia, le sorti sono nelle mani di pochi signori della guerra. Siamo obbligati a restare nella nostra stanza indifesi come una mosca o impotenti come una lumaca? Bisogna uscire da questa sensazione di impotenza, non perché non abbia seri fondamenti, ma perché ci fa sprofondare nell'indifferenza. 

La preghiera, per i cristiani e i credenti, è una protesta contro la guerra, consapevoli che il Signore della pace ascolta la nostra invocazione. Ma anche coltivare pensieri di pace, informarsi, esprimersi individualmente o insieme pesa nell'opinione pubblica e, forse, nell`orientamento dei Governi. Il blocco della situazione internazionale non può essere assunto e ratificato dai nostri cuori e dalle nostre menti. La pace non può e non deve essere perduta per sempre.


Editoriale di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana del 5/3/2023

Commenti

Post popolari in questo blog

Solo il cardinale Matteo Zuppi sta cercando davvero la pace

Il cardinale Matteo Zuppi ricevuto dal metropolita Antonij, presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca  La Santa Sede non rompe mai le relazioni, specie in tempo di crisi, e si sforza di "umanizzare la guerra" La situazione in Ucraina, con una guerra quasi al terzo anno e l'inverno alle porte, si annuncia difficile. La resistenza ucraina, appoggiata dagli occidentali, non può bloccare il processo di decomposizione della società, anche a seguito di gravi distruzioni causate dai bombardamenti russi, con l'esodo all'estero di 7 milioni di ucraini. Il popolo sta pagando un prezzo enorme e non si vede la fine.  Intanto, in Russia, a Kazan, si sono riuniti, presieduti da Putin, i Brics cui partecipano Brasile, Cina, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, India, Iran e altri. Nonostante non ci sia unanimità, la riunione a Kazan mostra che la Russia di Putin non è isolata. I governi occidentali - scrive Salvatore Settis s...

I corridoi lavorativi: modello di accoglienza e buon senso

Sono un modo sicuro per integrare i rifugiati e avere la manodopera di cui abbiamo bisogno La sorpresa è venuta dalla società italiana: a fronte dei 151.000 posti messi in palio dal decreto flussi (non stagionali), le domande degli italiani sono state oltre 690.000. Una massa di richieste a dimostrazione dell'enorme bisogno di manodopera in quasi tutti i settori. La decrescita demografica rende urgente cercare manodopera all'estero.  La paura e l'allarmismo hanno paralizzato la politica che non ha trovato una soluzione ragionevole. I Governi della Ue sono immobilizzati dallo spirito del tempo: paura dei migranti e idea che ognuno debba fare da sé.  Ma i dati parlano chiaro: l'economia europea ha bisogno di manodopera, ma soprattutto l'inverno demografico rende sempre più urgente un rimedio. In Italia c'è forte inquietudine: secondo i dati dell'Istituto Cattaneo, dovremo andare a cercare gli immigrati, pena il crollo dell'economia perché per cinque pens...

La guerra non è inevitabile e il mondo non si deve rassegnare

Papa Francesco entrando all'Arena di Verona saluta Andrea Riccardi  È la costante profezia del Papa: per realizzarla, bisogna investire tutti su diplomazia e dialogo Papa Francesco ha presieduto, sabato 18 maggio, all'Arena di Verona, l'incontro Giustizia e pace si baceranno . L'"Arena di Pace", nata nel 1986, ha avuto sei edizioni. Due nel 1991, il periodo della prima guerra del Golfo, che segnò la massima mobilitazione per la pace. Dal 2003 questo evento non si teneva più.  Negli ultimi due decenni il movimento della pace ha coinvolto meno persone. Resta ancora in Italia un tessuto importante di realtà associative, ma complessivamente il tema della pace è uscito dal dibattito pubblico. Sembra un paradosso, si parla meno di pace proprio quando l'Europa si trova di fronte a un grave conflitto che, a partire dall'aggressione russa, sta dilaniando l'Ucraina. Si aggiunge la drammatica situazione in Terra Santa: l`aggressione terroristica d'Israe...