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Molti Paesi non si riconoscono nell'egemonia Usa, la Russia sogna l'impero, la Cina è diventata una potenza
Il recente viaggio a Mosca del presidente cinese Xi, che ha lanciato un piano di pace, mostra come lo lo scenario internazionale sia tanto cambiato. La mia generazione ha vissuto nel 1989 la fine dell'ordine "pericoloso" della Guerra fredda e dell'impero sovietico. Tale crollo è considerato da Putin la grande tragedia della storia russa. Una tragedia da cui Mosca si vuole riscattare, riaffermandosi come grande potenza nucleare. Il recente annuncio dello spostamento delle testate tattiche russe in Bielorussia è l'ultima mossa di una strategia, già espressa dalla difesa della Siria, dal ritorno in Libia, dalla penetrazione in Africa specie a danno della Francia. Ma l'espressione più violenta e azzardata è stata la guerra all`Ucraina, dove i calcoli di Putin sulla fragilità del Paese invaso sono stati del tutto sbagliati.
Dopo l'89 è iniziata una stagione di egemonia americana, in cui gli Stati Uniti erano l'unico impero rimasto. Tuttavia la crescita economica, militare e politica della Cina ha insidiato questa posizione, mentre una serie di Paesi non si sono riconosciuti nella leadership americana. Con la guerra in Ucraina, l'Occidente si è compattato in difesa di Kiev.
Il voto dell'assemblea dell'ONU, che condanna l'annessione russa delle regioni ucraine di Donetsk, Luhansk, Cherson e Zaporizhzhia, ha segnato un successo ucraino-occidentale con 143 voti a favore, 5 contrari e 35 astenuti su 193 Paesi. Ma è un vero successo? I contrari sono Bielorussia, Siria, Nicaragua, Corea del Nord. Nonostante il numero ristretto, però, gli astenuti sono grandi Paesi che abbracciano più di un terzo dell`umanità: Cina, India, Pakistan, Vietnam, Thailandia, Etiopia, Sud Africa. In Africa ben 19 Paesi si sono astenuti, mostrando la forte presenza russa nel continente.
Il Presidente brasiliano Lula, che sarebbe dovuto andare a Pechino (ma ne è stato impedito per motivi di salute) si presenta come il capofila di un Sud globale impegnato per la pace e si prepara a un nuovo attivismo. Intanto l'Europa, nonostante la sua forza economica, non riesce a esercitare un suo ruolo.
Il deficit di azione internazionale europea è dovuto anche alla differenza di vedute dei 27 Paesi. Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia, che sentono fortemente la minaccia russa, vanno all'integrazione delle forze armate. La Polonia si è riarmata e sta per divenire il secondo Paese più forte militarmente in Europa dopo la Russia. Differente, anche se di appoggio all'Ucraina, è la posizione di Macron, che segue con attenzione quanto si muove per creare una base negoziale.
Sullo scenario del mondo ci sono sorprese: Iran e Arabia Saudita, scontratisi nello Yemen, si sono avvicinati proprio con la mediazione cinese. Il fatto ha stupito, perché i sauditi sono alleati degli Stati Uniti. Tutto è in movimento. Siamo in un'epoca di cambiamento. Fa pensare quanto scriveva, molti decenni fa, Antonio Gramsci: «Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri». Il mostro principale è la guerra. Ce ne sono poi tanti altri: Stati che divorano la libertà, economie inique, violenza senza limite, mafie onnipotenti, terrorismo. Un panorama preoccupante, in cui fare appello al buon senso dei governanti perché si muovano alla ricerca di un nuovo ordine.
Editoriale di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana del 2/4/2023
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