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Chiese vuote in un mondo assetato di senso: la sfida per chi crede

Foto da flickr


Messe sempre più deserte, pochi matrimoni, battesimi in calo. Bisogna interrogarsi su come annunciare oggi il Vangelo

Gli italiani sono meno interessati alla vita della Chiesa? Un recente dossier sulla Chiesa di Milano, pubblicato da La scuola cattolica, registra un calo di pratica religiosa, matrimoni e battesimi. Questi, dal 1995 al 2022, sono calati da 35.000 a 10.000. Colpisce, perché battezzare i bambini è tradizionale in Italia. Sembra che gli italiani vedano poco il cristianesimo nel loro futuro. O, almeno, lo vuole solo una minoranza. Una minoranza convinta ma, in parte, anche residuale. Quindi soggetta a ulteriore diminuzione. 

Appare uno scenario, segnato da un destino di decrescita cattolica. Ne ho discusso in un libro, La Chiesa brucia, collocando il caso italiano nel quadro europeo. Pure nella cattolica Polonia si nota una decrescita, seppure relativa. C'è un anticlericalismo (scarso in Italia invece) motivato anche dalla vicinanza della Chiesa al Governo. Un'inchiesta, pubblicata da La Croix, mostra come in Francia la trasmissione della fede nelle famiglie cattoliche sia più debole che in quelle musulmane o ebree (forse per il carattere più comunitario e minoritario di islam e ebraismo). Cosa sarà un'Europa senza cristianesimo? Tanti grandi ideali si sono consumati: «Che cosa significano oggi alcune espressioni come democrazia, libertà, giustizia, unità?», si chiede papa Francesco. La fede e l'umanesimo religioso sono invece una risorsa viva, per l'Europa. L'Europa sarà senz'anima, centrata sul successo economico e individuale? Sarà un'Europa in cui la famiglia è relativizzata? 

Non si può essere pessimisti. Crediamo alla forza della Parola di Dio, che parla al cuore degli uomini e delle donne, a loro modo assetati di risposte. Oggi c'è una larga domanda spirituale, complessa, non decifrata, contraddittoria. Non dobbiamo lasciarci prendere dall'ossessione delle cifre dei partecipanti alla Messa domenicale, come indicatore delle dimensioni della comunità. Non può essere accettata la diffusa convinzione: «Non pratico, quindi non credo». Valérie Le Chevalier, in un libro chiaro fin dal titolo, Credenti non praticanti, insiste sul valore del battesimo: non ci si può contare sulla frequenza la domenica. Aggiunge: «I risultati modesti della nuova evangelizzazione indicano che è urgente pensare altrimenti...». Ne sono convinto, tanto che mi sono domandato perché la scelta per l'evangelizzazione, che dura da mezzo secolo, non abbia frenato né ribaltato la crisi. Non basta allora ripetere lo slogan dell'evangelizzazione!

Francesco ha invitato a "uscire", ma l'invito in larga parte non è stato raccolto. I cristiani (laici) sono chiamati a riaprire un colloquio con tutti. 

Solo attraverso il filo di tanti incontri personali e di amicizia i cercatori di senso saranno toccati dal messaggio del Vangelo. O i laici cristiani si giocano in questa impresa o l'evangelizzazione resta parola vuota. Non è proselitismo o aggiustamento delle strutture della Chiesa, ma un'apertura umana e amica a tanti che, magari battezzati, non trovano le parole e le strade per vivere un'esperienza di fede e di comunità. Così la Chiesa si mostra popolo profetico: comunica...

 La diminuzione e l'invecchiamento dei sacerdoti è evidente come problema. Ormai il prete, carico di parrocchie, ha sempre meno tempo per la pastorale e diventa una figura liturgica. Questo comporta la necessità di una riflessione sulla parrocchia, che sta diventando diversa da com'era e che non può essere sentita come l'ultima forma di Chiesa che resta. È necessario, d'altra parte, realizzare creativamente nuove forme di comunità prossime alla vita della gente. È possibile, anche se non siamo così giovani? 

È necessaria una grande audacia, convinti che il Vangelo è forza di salvezza, che cambia in profondità la vita delle persone e la società. L'audacia nell'incontro e nella comunicazione cambierà anche la qualità della vita cristiana: trasformerà le persone, da fedeli al passato a gente aperta al futuro. Farà dei cristiani, europei con un'energia, non rassegnati a società vuote, ricche, senza legami e amore. Se si leggono i "segni dei tempi" oggi, questa è anche una chiamata. Il bisogno del Vangelo, vivo in tante persone, e la difficoltà di tante strutture sono infatti una vera chiamata.


Editoriale di Andrea Riccardi sud Famiglia Cristiana del 21/5/2023


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