Passa ai contenuti principali

A proposito di immigrazione: Per non creare ghetti chiusi l'unica via è l'integrazione

Donne musulmane ricevono l'attestato di frequenza di un corso di lingua e cultura italiana della Comunità di Sant'Egidio - Genova 15/10/2023 - Foto Sant'Egidio

Scuola e lingua sono cruciali affinché chi arriva in Italia o nell'Ue entri a far parte d'una comunità

In Francia, dopo i cattolici, i musulmani sono la seconda comunità religiosa: su 67 milioni di francesi - secondo alcuni - sarebbero circa 6 milioni, mentre altri parlano di una cifra assai inferiore, intorno ai 3 milioni e mezzo. In alcune aree esiste una forte concentrazione musulmana, come nella banlieue di Parigi. Dall'inizio del 2024 il Governo ha vietato l'ingresso di imam stranieri per combattere l'estremismo e l'antisemitismo (cresciuto dopo lo scoppio del conflitto israelo-palestinese a seguito dell'attacco terroristico di Hamas). Macron s'è opposto al separatismo musulmano. In Germania i musulmani arrivano al 6,7% della popolazione con 3,5 milioni di turchi (un milione con doppia cittadinanza: cosicché Erdogan ha un'influenza sul voto tedesco). L'omogeneità degli immigrati è dovuta alla scelta preferenziale tedesca verso l'immigrazione turca. 

L'Europa si islamizza? I musulmani sono la "quinta colonna" che, con la crescita demografica, prenderà il potere nel Vecchio continente cristiano? Per taluni è un'invasione silenziosa e "pacifica", quando quelle armate del passato hanno fallito. Anni fa, in Russia, è stato pubblicato un romanzo, La moschea Notre Dame, che racconta di una Francia islamizzata, dove i cristiani sono ghettizzati. Molti sono gli allarmi.  Kissinger ha notato: «È stato un grave errore far entrare così tante persone provenienti da culture, religioni e concetti totalmente diversi...». Sarebbe giustificato un atteggiamento guardingo e difensivo? Non si rischia l'islamofobia? 

In Italia i musulmani sono 2,7 milioni: il 4,9% della popolazione. La loro presenza è più recente rispetto a quella francese o tedesca. A differenza di altri Paesi europei qui i musulmani hanno un'origine nazionale differenziata: i più numerosi vengono dal Marocco, poi da Albania, Pakistan, Egitto, Senegal, Tunisia, Macedonia del Nord e Kossovo. Non formano un blocco unico. Che il mondo musulmano in Italia sia stato anche attraversato da tensioni e spinte estremistiche (relative) è una realtà, costantemente monitorata. Ma non si può dire che rappresenti oggi una minaccia per la sicurezza del Paese. La guerra in Terra Santa ha fatto crescere la tensione antisemita. 

L'alternativa, di fronte a cui ci troviamo, non è ignorare i problemi dell'integrazione o fare muro di fronte alla "marea islamica". Il futuro è più complesso e il cammino difficile, ma tutt'altro che impossibile. Del resto, gli immigrati rappresentano una necessità dell'economia del nostro Paese e della stessa cura alle persone e agli anziani. 

Bisogna lavorare sull'integrazione e l'insegnamento della lingua, consapevoli che chi viene in Italia entra a far parte di una comunità nazionale con la sua storia e la sua identità. Il problema è la pazienza e l'intelligenza di integrare, di evitare di spingere ai margini della città, creando ghetti di esclusi. 

In questa società, dominata dal primato dell'individuo, c'è invece bisogno di persone che si dedichino a costruire il futuro. Molto possono la scuola e le comunità di ogni tipo, e non vanno dimenticate le aree interne a rischio di spopolamento. Giorni fa ho incontrato due afgani, una mamma e un bambino, giunti con i corridoi umanitari. Ho chiesto al bambino: «Vuoi tornare a casa?». Mi ha risposto con un sorriso e un italiano scorrevole, nonostante i pochi mesi di permanenza: «L'Italia è bellissima!».


Editoriale di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana del 17/3/2024


Commenti

Post popolari in questo blog

Solo il cardinale Matteo Zuppi sta cercando davvero la pace

Il cardinale Matteo Zuppi ricevuto dal metropolita Antonij, presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca  La Santa Sede non rompe mai le relazioni, specie in tempo di crisi, e si sforza di "umanizzare la guerra" La situazione in Ucraina, con una guerra quasi al terzo anno e l'inverno alle porte, si annuncia difficile. La resistenza ucraina, appoggiata dagli occidentali, non può bloccare il processo di decomposizione della società, anche a seguito di gravi distruzioni causate dai bombardamenti russi, con l'esodo all'estero di 7 milioni di ucraini. Il popolo sta pagando un prezzo enorme e non si vede la fine.  Intanto, in Russia, a Kazan, si sono riuniti, presieduti da Putin, i Brics cui partecipano Brasile, Cina, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, India, Iran e altri. Nonostante non ci sia unanimità, la riunione a Kazan mostra che la Russia di Putin non è isolata. I governi occidentali - scrive Salvatore Settis s...

I corridoi lavorativi: modello di accoglienza e buon senso

Sono un modo sicuro per integrare i rifugiati e avere la manodopera di cui abbiamo bisogno La sorpresa è venuta dalla società italiana: a fronte dei 151.000 posti messi in palio dal decreto flussi (non stagionali), le domande degli italiani sono state oltre 690.000. Una massa di richieste a dimostrazione dell'enorme bisogno di manodopera in quasi tutti i settori. La decrescita demografica rende urgente cercare manodopera all'estero.  La paura e l'allarmismo hanno paralizzato la politica che non ha trovato una soluzione ragionevole. I Governi della Ue sono immobilizzati dallo spirito del tempo: paura dei migranti e idea che ognuno debba fare da sé.  Ma i dati parlano chiaro: l'economia europea ha bisogno di manodopera, ma soprattutto l'inverno demografico rende sempre più urgente un rimedio. In Italia c'è forte inquietudine: secondo i dati dell'Istituto Cattaneo, dovremo andare a cercare gli immigrati, pena il crollo dell'economia perché per cinque pens...

La guerra non è inevitabile e il mondo non si deve rassegnare

Papa Francesco entrando all'Arena di Verona saluta Andrea Riccardi  È la costante profezia del Papa: per realizzarla, bisogna investire tutti su diplomazia e dialogo Papa Francesco ha presieduto, sabato 18 maggio, all'Arena di Verona, l'incontro Giustizia e pace si baceranno . L'"Arena di Pace", nata nel 1986, ha avuto sei edizioni. Due nel 1991, il periodo della prima guerra del Golfo, che segnò la massima mobilitazione per la pace. Dal 2003 questo evento non si teneva più.  Negli ultimi due decenni il movimento della pace ha coinvolto meno persone. Resta ancora in Italia un tessuto importante di realtà associative, ma complessivamente il tema della pace è uscito dal dibattito pubblico. Sembra un paradosso, si parla meno di pace proprio quando l'Europa si trova di fronte a un grave conflitto che, a partire dall'aggressione russa, sta dilaniando l'Ucraina. Si aggiunge la drammatica situazione in Terra Santa: l`aggressione terroristica d'Israe...