Alla nuova Commissione Ue spetta affrontare la questione migratoria in maniera serena e umana. E l'Italia deve allargare la prospettiva di nuovi ingressi
L'accoglienza all'aeroporto di Fiumicino con i corridoi umanitari di un gruppo di rifugiati afghani provenienti dal Pakistan, il 24 Giugno - Foto Sant'Egidio |
Alla nuova Commissione Ue spetta affrontare la questione migratoria in maniera serena e umana
Il presidente Biden ha annunciato la concessione della cittadinanza ai migranti sposati ad americani: circa 500 mila persone. Ha affermato: «Mi rifiuto di credere che per proteggere i nostri confini dobbiamo abbandonare l'essere America. Per decenni, generazioni sono state rinnovate, rivitalizzate e rinfrescate dal talento, dall'abilità, dal duro lavoro... degli immigrati giunti nel nostro Paese. Mi rifiuto anche di credere che, per continuare a essere America che abbraccia l'immigrazione, dobbiamo rinunciare a proteggere i nostri confini...». Ha concluso: «Possiamo sia proteggere il confine che fornire percorsi legali alla cittadinanza».
È il dilemma della politica migratoria negli Stati Uniti, un grande Paese costruito dall'integrazione e dal lavoro degli immigrati, ma anche dell'Europa, dove invece la costruzione degli Stati nazione è avvenuta con popolazioni autoctone. Solo più recentemente i migranti hanno dato un apporto allo sviluppo.
Le questioni migratorie sono trattate dalla politica nazionale per la ricaduta sul voto. Spesso utilizzate per fomentare la paura di chi è spaesato in un mondo che è ormai cambiato. Al G7 in Puglia si è concordato che ci si concentrerà «sulle cause profonde della migrazione irregolare, sugli sforzi per frenare la criminalità organizzata... e sui percorsi sicuri e regolari per le migrazioni». Nota Maurizio Ambrosini su Avvenire che l'ultimo aspetto, «il più importante», viene alla fine. Intanto la sorveglianza si fa talvolta ributtando indietro le persone, come mostrato dalla Bbc sul confine greco-turco.
Tra poco si rinnova la Commissione europea, con la nomina del Commissario all'interno (competente per i migranti). Emma Bonino ha proposto un Commissario solo per le migrazioni.
Bisogna affrontare la questione migratoria in maniera serena e umana. L'interesse italiano e un atteggiamento umanitario sono conciliabili, anzi coincidono. Il governatore della Banca d`Italia Panetta ha affermato come il calo dei lavoratori, per la crisi demografica, danneggerà l'economia. Ci vuole «uno sforzo collettivo per consentire un ingresso regolare e controllato di immigrati... nel mercato del lavoro», ha concluso.
Lo sviluppo dei "corridoi umanitari" o "lavorativi" è un passo importante. Si deve allargare la prospettiva di nuovi ingressi nel Paese.
C'è poi il grave problema dei migranti in attesa sul territorio nazionale, che Paolo Boccagni chiama nel suo bel libro Vite ferme: circa 150 mila gli sbarcati sospesi, cui aggiungere 100 mila irregolari. Si dice che non si deve accettare l'ingresso illegale cedendo ai trafficanti.
Quale altra via c'era per loro? Quanta sofferenza hanno vissuto? Un'impellente necessità li ha spinti su una strada dove non hanno incontrato nessuno se non gli scafisti. Non possiamo lasciarli nei campi profughi ad appassire in un'inedia senza speranza, o sfruttarli, e addirittura lasciarli morire come è avvenuto a Satman Singh nelle campagne in provincia di Latina. Bisognerebbe superare la logica del lavoro nero e pensare percorsi appositi.
Il fatto che siano arrivati in Italia è positivo rispetto alla fine che hanno fatto i migranti morti nel Mediterraneo: più di 2.500 in un anno e quasi 30 mila negli ultimi dieci anni. Di fronte a questo faccio mie le parole del cardinale Zuppi: «Sui migranti dobbiamo piangere come una madre che piange per i propri figli».
Editoriale di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana del 30/6/2024
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