Contro il declino servono sempre più lavoratori stranieri per far fronte ai bisogni del Paese
Nel 2024 sono nati in Italia 370 mila bambini, il 2,75% in meno rispetto al 2023. Così comunica l'Istat.
Gli italiani continuano ad avere meno figli. Una notizia che preoccupa e fa pensare. Sono calati i decessi: oggi 651 mila, il 3,7% in meno rispetto all'anno precedente.
La speranza di vita (83 anni e quattro mesi) cresce di cinque mesi. Una buona notizia! Complessivamente però diminuisce la popolazione italiana (37 mila persone in meno), ma soprattutto è globalmente più anziana.
È anche significativa un'altra rilevazione dell'Istat: il Paese perde 156 mila cittadini che vanno a lavorare o vivere all'estero. Questo pone una domanda: perché lasciano l'Italia?
Sono giovani alla ricerca di lavoro o di una vita migliore; sono pensionati che vogliono subire di meno il peso fiscale. Il panorama umano e lavorativo d'Italia cambia costantemente nella stessa direzione da anni.
L'Italia è un Paese più vecchio, anche perché la vita si è allungata. In fondo una lunga vita è stata un sogno per generazioni, quasi la ricerca dell'elisir di lunga vita degli alchimisti o altro.
Invece oggi il gran numero di anziani è divenuto un problema, non è solo per il peso sul sistema pensionistico, ma è anche una questione umana. Le famiglie si assottigliano, tutti lavorano, che spazio c'è per gli anziani? Eppure è un paradosso: si è raggiunto il sogno di una vita lunga per tanti e non sappiamo bene dove collocare i frutti di questo successo! Dovrebbe essere una benedizione, ma rischia di essere una maledizione, soprattutto per gli anziani che non trovano posto a casa, nella famiglia, non potendo più continuare a vivere come sempre hanno fatto.
Per una parte di loro la vita finisce negli istituti o nelle Rsa, in situazioni dove la voglia di vivere si spegne e la solitudine aumenta. Bisogna avere il coraggio di mettere a tema in una seria discussione il destino degli anziani nel nostro Paese, come una questione nazionale. Ci sono nuove risorse da trovare e da mettere a disposizione perché, con gli opportuni sussidi e sostegni, gli anziani possano restare a casa. Non ci si può rassegnare a una dimenticanza generalizzata degli anziani, dei loro problemi, delle loro famiglie.
La questione va messa al centro in una visione della costruzione dell'Italia di domani: non dimentichiamoci dei nostri anziani! Anche perché la condizione anziana verrà per tutti, qualunque età si abbia, inutile nasconderla.
Il Censis dice che quasi nove milioni di italiani vivono in solitudine e il 55,2% di essi hanno più di 60 anni. Le badanti, che si occupano di queste persone, sono più di 300 mila, 8,5 ogni 100 persone sole con più di 60 anni.
Il bisogno di lavoratori stranieri per l'assistenza alla persona è uno degli aspetti indotti dal cambiamento demografico e dall'invecchiamento del Paese. Il mercato del lavoro, da tempo, reclama l'ingresso di nuovi lavoratori immigrati per quasi tutti i settori della vita economica. Non possiamo vivere, governare e legiferare come se l'Italia fosse sempre la stessa. L'Istat ci dice che 217 mila sono le nuove cittadinanze concesse ai non italiani. Colmano in parte il calo demografico della popolazione italiana e il bisogno di nuovi lavoratori. Ma anche qui è necessario mutare prospettiva: non sono gli immigrati o i rifugiati che ci invadono, ma è l'Italia ad aver bisogno di nuovi lavoratori e nuovi italiani.
Editoriale di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana del 13/4/2025
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